Tra il 1970 e il 2023, la popolazione occupata in Svizzera ha registrato una netta progressione, passando da 2,843 a 4,848 milioni di persone. La quota di donne nella forza lavoro è cresciuta dal 33,9% nel 1970 al 46,7% nel 2023, e quella delle persone di nazionalità straniera dal 19,2 al 27,5%. Nel 1970 il 12,7% delle persone occupate lavorava a tempo parziale, mentre nel 2023 questa quota aveva raggiunto il 37,6%. La ripartizione dei sessi tra i grandi gruppi di professioni è diventata più omogenea. Lo stesso vale per la ripartizione tra persone di nazionalità svizzera e quelle di nazionalità straniera. Questi sono alcuni dei risultati della pubblicazione «50 anni di cambiamenti nella popolazione occupata: demografia, lavoro a tempo parziale e professioni». (solo in tedesco e francese)
La pubblicazione annuale degli "Indicatori del mercato del lavoro" fornisce parametri di riferimento per l'ampia gamma di dati sull'occupazione. Le informazioni sono strutturate in modo da fornire una panoramica del mercato del lavoro svizzero e delle relative statistiche. Le aree trattate comprendono l'occupazione, l'orario di lavoro, la disoccupazione, i posti di lavoro vacanti, gli aspetti dinamici del mercato del lavoro, la struttura e le tendenze salariali. Questa pubblicazione è composta da tre sotto-pubblicazioni. Il primo documento commenta i risultati degli indicatori del mercato del lavoro per il periodo 2018-2023 e le prospettive per l'anno 2024. I documenti «Definizioni» e «Fonti statistiche», pubblicati quali supplementi, forniscono rispettivamente una panoramica delle definizioni utilizzate nelle statistiche del mercato del lavoro e degli aspetti metodologici delle diverse fonti di dati.
La Conferenza svizzera delle /dei delegate/i alla parità (CSP) ha commissionato a Sotomo il terzo barometro nazionale sull'uguaglianza di genere. I barometri nazionali sull'uguaglianza di genere 20181 e 20212 si sono concentrati sull’uguaglianza salariale, sull'impiego, sul lavoro di cura non retribuito e sull'impatto della pandemia Covid-19 sull'uguaglianza di genere. Questo terzo Barometro dell'uguaglianza di genere si concentra sulle generazioni e sul genere. I modelli di ruolo e di vita specifici per il genere verso cui si orientano i giovani e le loro aspettative sull’uguaglianza sono fondamentali per il futuro dell'uguaglianza effettiva in Svizzera. Sorge quindi la seguente domanda: come percepiscono l'uguaglianza di genere i giovani tra i 16 e i 25 anni?
Il barometro familiare di Pro Familia Svizzera e Pax è uno strumento di misurazione affidabile che mostra la realtà attuale della vita delle famiglie in Svizzera e il loro cambiamento nel tempo. Viene rilevato annualmente e costituisce una base di dati solida e duratura per i dibattiti di politica familiare e sociale, nonché per le discussioni in ambito imprenditoriale.
Le prestazioni transitorie per i disoccupati anziani sono illustrati in un nuovo opuscolo dettagliato, che ne presenta scopo e benefici e che fornisce informazioni di base su attori coinvolti, prestazioni e condizioni per il diritto alle prestazioni. Le persone disoccupate vicine al pensionamento corrono un rischio maggiore di non ritrovare un impiego. Le prestazioni transitorie (PT) sono previste proprio per questa eventualità e intervengono quando un assicurato che ha compiuto 60 anni esaurisce il diritto alle indennità di disoccupazione, ma non ha ancora diritto alla rendita di vecchiaia.
In Svizzera nel 2022 le persone dai 15 ai 64 anni ad essere occupate erano 4,5 milioni, il 7,8% in più rispetto al 2012; oltre un terzo di loro lavorava a tempo parziale. Tra il 2012 e il 2022 il numero di persone occupate a tempo parziale è aumentato tre volte di più rispetto a quello delle persone occupate a tempo pieno (+14,7% contro +4,4%). Le donne che lavorano a tempo parziale sono ancora nettamente più degli uomini, sebbene la quota di questi ultimi sia in forte crescita. La quota di lavoro a tempo parziale dipende anche da numerosi altri fattori, come la formazione, l’età e la situazione familiare. È quanto emerge dai risultati della rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST).
Questo opuscolo informativo informa le madri che esercitano un’attività lucrativa, e i datori di lavoro, in merito all’indennità di maternità.
Le madri rifugiate incontrano particolari difficoltà nel tornare o integrarsi nel mondo del lavoro. Ciò può essere dovuto alla loro condizione di madri, donne o rifugiate. A volte queste tre ragioni si intrecciano. L'apprendimento di una lingua nazionale è essenziale per l'integrazione nel mercato del lavoro, ma aiuta anche ad acquisire autonomia, ad aumentare la fiducia in se stessi e a sviluppare una rete per evitare l'isolamento sociale. Alcune soluzioni che facilitano l'integrazione professionale o il ritorno delle madri rifugiate sono riportate in questa scheda informativa.
Questo studio persegue pertanto un duplice obiettivo: nella prima parte esamina la situazione degli undici servizi di consulenza finanziati fino alla fine del 2018 mediante aiuti finanziari ai sensi della LPar e osserva la loro evoluzione dopo la soppressione dei sussidi. Nella seconda parte pre-senta a grandi linee le situazioni iniziali legate al reinserimento professionale e illustra i fattori che incidono sulla decisione di rimanere nel mercato del lavoro o di tornarvi in un secondo tempo, tenendo conto anche del peso che le consulenze hanno in queste decisioni.
Nella sua seduta del 7 settembre 2022, il Consiglio federale ha adottato il rapporto sulla rilevazione del divario retributivo di genere complessivo e di altri indicatori relativi alle differenze di reddito tra donne e uomini, che fornisce nuove cifre chiave per la Svizzera e le mette in relazione con gli indicatori esistenti. Inoltre, il rapporto offre spunti di interpretazione che aiutano a collocare i risultati nel contesto economico, sociale e istituzionale. Le fonti di dati ora disponibili consentono di presentare in modo diversificato le differenze di reddito tra donne e uomini in base al genere. Questa è la conclusione cui giunge il rapporto del Consiglio federale, stilato in adempimento del postulato 19.4132 di Samira Marti del 25 settembre 2019. (solo in tedesco e francese)
Tre anni dopo la pubblicazione della prima edizione del Barometro sull’uguaglianza, la Conferenza svizzera delle/dei delegate/i alla parità (CSP) ne presenta una seconda incen-trata sul rapporto fra lavoro retribuito e lavoro di cura non retribuito, da cui si evince che i desideri e la realtà divergono in relazione alla conciliabilità fra lavoro retribuito, famiglia e lavoro domestico. La maggior parte delle persone intervistate intravvede ancora delle disparità all’interno della famiglia e sul posto di lavoro. Il rapporto completo è consultabile in tedesco e francese, mentre in italiano è disponibile una versione ridotta (l'essenziale in breve e la conclusione).
Cinque anni fa è stata introdotta la Carta per la parità salariale nel settore pubblico. Da allora, numerosi Cantoni, Comuni e aziende parastatali hanno intensificato il loro impegno in questo senso. Una nuova pubblicazione illustra le buone pratiche adottate nel settore pubblico in Svizzera che potrebbero essere fonte di ispirazione e motivazione per altri enti ad attuare il diritto sancito dalla Costituzione federale «a un salario uguale per un lavoro di uguale valore». L’opuscolo «Il settore pubblico verso la parità salariale. Attuazione della Carta per la parità salariale: alcuni esempi dei Cantoni, dei Comuni e delle aziende parastatali» presenta 21 amministrazioni pubbliche e aziende parastatali delle diverse regioni del Paese che hanno firmato la Carta e adottato diverse misure per attuarla.
Un anno fa è stato approvato il congedo di paternità. Un recente studio mostra ora che i datori di lavoro dell'artigianato, delle amministrazioni cantonali e del settore sanitario in particolare lesinano sul tempo che danno ai padri. Travail.Suisse, l'organizzazione mantello dei lavoratori indipendenti, e le sue federazioni Syna e transfair trovano incomprensibile che i bisogni dei giovani lavoratori in questi settori non siano sufficientemente presi in considerazione e che venga dato loro solo il minimo. Il recente studio mostra che i dipendenti sono spesso insufficientemente informati. (solo in tedesco e francese)
Questo studio, commissionato dall'Ufficio federale di statistica (UST), analizza le differenze salariali tra donne e uomini nel mercato del lavoro svizzero sulla base dell'Indagine svizzera sulla struttura dei salari (SSE) 2018. Aggiorna i dati precedentemente acquisiti nel SSE 2016. I suoi risultati mostrano la quota del divario salariale complessivo che proviene da fattori di influenza osservabili, come l'età, il livello d'istruzione, l'industria, l'occupazione, ecc, così come la quota non spiegata di questo divario. Misurato in media, il salario lordo standardizzato degli uomini nell'economia generale è di 7.968 franchi al mese. Le donne guadagnano in media il 19,0% in meno, ovvero 6.456 franchi. Nel settore privato, il divario salariale, misurato in valori medi, è al 19,6% leggermente superiore a quello del settore pubblico (18,1%). (solo in tedesco e francese)
Nella seduta del 28 aprile 2021, il Consiglio federale ha adottato la Strategia per la parità tra donne e uomini 2030. Si tratta della prima strategia nazionale della Confederazione che mira a promuovere la parità dei sessi in tutti i suoi aspetti ed è focalizzata su quattro temi: la promozione della parità nella vita professionale, il miglioramento della conciliabilità tra famiglia e lavoro, la prevenzione della violenza e la lotta alla discriminazione. I provvedimenti prioritari saranno concretizzati entro fine anno e adottati o attuati entro il 2023. Alla fine del 2025 sarà tracciato un primo bilancio. (solo in tedesco e francese)
Tra il 2010 e il 2019, passando dal 56,9% al 60,0%, il tasso di donne occupate ha segnato un net-to aumento, particolarmente marcato tra quelle dai 55 ai 64 anni nonché tra le madri con il figlio più giovane al di sotto dei 7 anni. Nel 2019, inoltre, il 50,1% delle donne occupate svolgeva una professione altamente qualificata (+8,8 punti percentuali rispetto al 2010). Anche in Europa (UE/AELS) si osserva una tendenza verso una quota più alta di donne altamente qualificate. In Europa, la Svizzera si colloca al secondo posto in termini di tasso di donne occupate: In Europa (UE/AELS) il tasso di persone occupate più alto per le donne tra 15 e 64 anni si riscontra in Islanda (81,9%). Al secondo posto si colloca la Svizzera con un tasso del 76,3%, nettamente superiore a quello della media europea (UE-28: 64,1%). Que-sti sono alcuni dei risultati della pubblicazione dedicata alla partecipazione femminile al merca-to del lavoro 2010–2019 (disponibile in tedesco e francese), realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST). (in francese)
Nel 2020 Pro Familia Svizzera ed Empiricon SpA hanno condotto un sondaggio con un campione di 500 donne lavoratrici della Svizzera - ognuna con uno o più figli. L'obiettivo dell'indagine era di scoprire quanto le donne sono soddisfatte della loro situazione attuale, in che misura - e a quali condizioni - aumenterebbero il loro livello di occupazione e, infine, se volessero aumentare il loro livello di occupazione, se sarebbero anche disposte a lavorare a tempo pieno, come richiesto da vari circoli.
Perché dedichiamo questa scheda informativa al reinserimento delle donne e non al reinserimento degli uomini nel mercato del lavoro? Le seguenti statistiche sono autoesplicative. Sono soprattutto le donne che interrompono la loro attività professionale dopo la nascita di un bambino. In conclusione, si può dire che in futuro, se le donne hanno figli, non dovrebbero assolutamente lasciare il mercato del lavoro o discutere con il partner una riduzione del loro livello di occupazione e dividerlo equamente.
La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è strettamente legata alla maternità e alla questione delle strutture di assistenza all'infanzia. Uno studio commissionato da Pro Familia Svizzera illustra in cifre il rapporto tra il tasso di occupazione delle madri e la disponibilità di servizi di assistenza all'infanzia e fornisce suggerimenti per il suo miglioramento.
Le donne dovrebbero allora ridurre il loro impiego? Quali fattori influenzano o favoriscono il rientro? Questo doppio onere (famiglia e lavoro) comporta problemi di salute? Quali sfide devono essere affrontate? Il 15 maggio 2018 Pro Familia Svizzera, l'Unione Svizzera degli Imprenditori e la Fédération des Entreprises Romandes Genève hanno organizzato una conferenza nazionale su questo tema.
Pro Familia Svizzera ed Empiricon SA hanno condotto un'indagine su un campione di 500 donne che esercitano un'attività lucrativa in tutta la Svizzera con uno o più figli. L'obiettivo dell'indagine era di esaminare quanto le donne sono soddisfatte della loro situazione attuale, in che misura desiderano aumentare il loro tasso di occupazione e in quali condizioni. I risultati mostrano che, pur essendo entrambe soddisfatte della loro situazione, le donne vorrebbero aumentare il loro orario di lavoro (per il 70% di loro) se le diverse condizioni quadro fossero migliori.
Comunicato stampa del 24.05.2020 (in francese)
Segnala (in francese)
Grafica (in francese)
Studio di un nuovo metodo di finanziamentoStudio condotto da Pro Familia Svizzera in collaborazione con Claude Jeanrenaud e Alexandra Kis, Istituto di ricerca economica, Università di Neuchâtel, Philippe Gnaegi e Marc-Henry Soulet, cattedra di Lavoro sociale e politica sociale, Università di Friburgo e Fédération des Entreprises Romandes Genève (FER), Avenir Suisse, Unione svizzera dei sindacati, Association romande et tessinoise d'action sociale, Association suisse des cadres e con il sostegno finanziario della Fondazione Jacobs e della Fondazione USC.
Studio 101 pagine (in francese)
Abstract (in francese)
Le odierne possibilità tecniche consentono di dissociare fisicamente l’attività professionale dai locali aziendali, aprendo così la strada a nuovi modelli lavorativi. Uno di questi è il telelavoro a domicilio, noto anche come «home office». Basandosi sulla legislazione sul lavoro, questo opuscolo spiega cosa devono fare il datore di lavoro e il lavoratore in caso di telelavoro a domicilio ed elenca alcuni degli accorgimenti cui occorre prestare attenzione.
Per una politica aziendale favorevole alla famiglia, le aziende devono essere convinte dei vantaggi economici e sociali derivanti dalla conciliazione della vita professionale e familiare. Allora più datori di lavoro investirebbero in questo settore. In Svizzera sono disponibili solo pochi studi nell'ambito della politica aziendale a favore delle famiglie. Tuttavia, diverse analisi costi-benefici internazionali forniscono informazioni utili, anche se non possono essere trasferite singolarmente in Svizzera. Queste analisi dimostrano che gli investimenti in politiche a favore delle famiglie sono economicamente validi e forniscono informazioni sugli elementi chiave delle politiche aziendali a favore delle famiglie. (in francese)
Finora in Svizzera non erano disponibili dati concernenti la frequenza, la durata e i motivi delle interruzioni dell’attività professionale durante la gravidanza e non erano nemmeno note le modalità della relativa copertura finanziaria. Il presente studio consente ora di rispondere a queste domande. Lo studio indica che le interruzioni dell’attività professionale sono frequenti nel corso della gravidanza e che esse sono perlopiù legate a motivi di salute. Dallo studio emerge anche che le perdite di reddito derivano altresì da decisioni personali delle donne incinte, quali ad esempio una riduzione volontaria del grado d’occupazione o la cessazione dell’attività lucrativa, un congedo non pagato o un cambiamento d’impiego. (in quattro lingue)
I Cantoni e i Comuni svolgono spesso un ruolo pionieristico come datori di lavoro nel settore delle condizioni di lavoro a misura di famiglia. Il presente rapporto costituisce la continuazione del contenuto della piattaforma www.berufundfamilie.admin.ch e riassume le informazioni sui Cantoni e le grandi città per l'anno 2016. Si distingue tra le seguenti aree : Misure per promuovere l'economia e la pubblica amministrazione come datore di lavoro (strategia e condizioni di lavoro). Il rapporto contiene inoltre dati statistici chiave, una panoramica delle ordinanze del personale e delle schede informative, nonché informazioni sugli uffici amministrativi competenti. (in francese)
Quasi quattro quinti delle madri in Svizzera hanno partecipato al mercato del lavoro nel 2015. Questa forte partecipazione va di pari passo con la diffusione del lavoro a tempo parziale, dato che quattro madri su cinque lavorano a un livello di occupazione ridotto. La maternità comporta grandi cambiamenti nella carriera, anche se solo una madre su sette lascia il mercato del lavoro dopo la maternità. La nascita di un primo figlio comporta una significativa riduzione dell'orario di lavoro (circa un giorno lavorativo in meno alla settimana). Man mano che il bambino cresce, si osserva un aumento del carico di lavoro settimanale e un numero crescente di madri che hanno lasciato il mercato del lavoro. Tuttavia, la partecipazione al mercato del lavoro delle madri rimane inferiore a quella delle donne senza figli, indipendentemente dall'età dei figli. (in francese)
Nell'ambito del progetto "Expérience ReProf", Travail.Suisse ha esaminato la situazione delle persone che tornano al lavoro con un'interruzione di carriera a lungo termine. Il rapporto finale "Gestire con successo il ritorno alla vita lavorativa" riassume i risultati della ricerca. In essa la direzione del progetto esamina i settori dell'istruzione, della consulenza, delle borse di studio e dell'assicurazione contro la disoccupazione. Individua gli ostacoli sulla via del ritorno nel mondo del lavoro e formula raccomandazioni agli attori coinvolti. Il rapporto finale è stato pubblicato nel febbraio 2013. Può essere ordinato gratuitamente presso Travail.Suisse all'indirizzo
Pro Familia Svizzera
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