Il Consiglio federale sostiene la conciliabilità tra maternità e mandato parlamentare

Le parlamentari che durante il congedo di maternità partecipano a sedute delle camere o delle commissioni non devono perdere il diritto all’indennità di maternità. Nella sua seduta del 24 maggio 2023 il Consiglio federale si è dichiarato favorevole a introdurre un’eccezione in tal senso nella legge sulle indennità di perdita di guadagno.

Attualmente le donne che partecipano a sedute delle camere e delle commissioni di parlamenti durante il congedo di maternità perdono il diritto all’indennità di maternità, a prescindere dal fatto che ricevano o meno un’indennità per il loro mandato. Quattro iniziative cantonali chiedono dunque una modifica della legge sulle indennità di perdita di guadagno (LIPG). La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) propone di completare la LIPG con un’eccezione in base alla quale il diritto all’indennità di maternità non si estingua più prima, se durante il congedo di maternità la madre, in qualità di parlamentare, partecipa a sedute delle camere di parlamenti a livello federale, cantonale o comunale per le quali non è prevista una supplenza.

Parere del Consiglio federale sulla modifica proposta

Il Consiglio federale è favorevole all’eccezione proposta. Considerata la situazione particolare delle parlamentari, ritiene giustificata l’introduzione di un’eccezione nella LIPG. Il Consiglio federale attribuisce grande importanza alla protezione della maternità. Al contempo, ritiene rilevante promuovere condizioni di lavoro favorevoli alla famiglia e attribuisce un grande valore alla conciliabilità tra famiglia e lavoro. È inoltre consapevole che la normativa vigente non è adeguata per le madri che esercitano un mandato politico in ambito legislativo. Il disciplinamento in materia di assicurazioni sociali non dovrebbe comportare la rinuncia di giovani donne al mandato parlamentare, se non addirittura la loro mancata candidatura.

Con il progetto si promuove la conciliabilità tra maternità e mandato di milizia parlamentare e si rafforza il sistema di milizia svizzero, un aspetto accolto favorevolmente dal Consiglio federale. Le parlamentari in congedo di maternità non dovrebbero ritrovarsi a temere che la loro assenza sbilanci i rapporti di forza in Parlamento. Va inoltre rilevato che le trattative materiali si svolgono in seno alle commissioni. È dunque importante che le parlamentari abbiano la possibilità di esprimervi la propria opinione anche durante il congedo di maternità, o partecipando direttamente alle sedute o facendosi sostituire. La modifica di legge proposta consente alle madri di esercitare il mandato conferito loro dal Popolo anche durante il congedo di maternità.

La partecipazione alle sedute deve però rimanere facoltativa per le parlamentari interessate, sulle quali non va esercitata alcuna pressione in tal senso. Le ripercussioni finanziarie dell’introduzione dell’eccezione nella LIPG dovrebbero essere marginali.

Saperne di piû

Eliminazione delle discriminazioni strutturali nel sistema formativo: Confederazione, Cantoni ed economia chiamati a intervenire

Sebbene l’uguaglianza tra donna e uomo stia facendo progressi in Svizzera, già all’ingresso nel mondo del lavoro, le giovani donne guadagnano meno dei giovani uomini e si sobbarcano da subito un carico maggiore di lavoro di cura non retribuito. I ruoli di genere stereotipati favoriscono queste disparità. Per raggiungere l’uguaglianza di fatto, occorrono pertanto misure nel settore della formazione. La Commissione federale per le questioni femminili CFQF formula una serie di raccomandazioni rivolte a Confederazione, Cantoni ed economia.

Nell'ambito della priorità tematica «giovani donne*» per la legislatura 2020-2023, la Commissione federale per le questioni femminili CFQF ha raccolto e analizzato fatti sulla situazione di questo gruppo di popolazione in Svizzera. Sulla base del rapporto Bornatici pubblicato dalla CFQF nel 2022 e di colloqui con persone specialiste, oggi essa presenta una serie di raccomandazioni rivolte alle attrici e agli attori rilevanti del settore della formazione.

Raccomandazioni per la scuola, la scelta della professione, la formazione professionale e la formazione continua

L'acquisizione di idee di genere specifiche inizia alla nascita e prosegue nella famiglia, a scuola e sul lavoro. Per eliminare le disuguaglianze, la scuola svolge un ruolo fondamentale perché è un luogo dove si può riflettere sul genere e sull'uguaglianza. L'inclusione vincolante delle questioni di genere nei programmi quadro di studio e la conseguente revisione del materiale didattico scolastico nell'ottica di rappresentazioni di genere non discriminatorie sono quindi passi importanti. Successivamente, nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, si assiste sovente alla riproduzione di valori e comportamenti specifici di genere. Nella scelta del lavoro le ragazze prendono in considerazione solo pochi campi professionali, spesso meno pagati e con meno possibilità di formazione continua. Il corpo docenti e le persone addette all'orientamento professionale svolgono un ruolo centrale in questo processo per cui occorre rafforzare la loro consapevolezza delle cause strutturali e istituzionali della scelta del lavoro tipicamente di genere. Le disuguaglianze di genere nella vita professionale culminano in una forte segregazione orizzontale del mercato del lavoro e sono associate alla disparità salariale e alle diverse opportunità di carriera. Qui è importante rafforzare il mix di genere nella formazione professionale attraverso misure mirate ed eliminare lo svantaggio strutturale nelle professioni con un'elevata presenza femminile. Infine, bisogna anche fare in modo che le donne rimangano nel mondo del lavoro e non interrompano o abbandonino l'attività lucrativa. A tale scopo, occorrono misure che contrastino la discriminazione di genere nei lavori atipici da questo punto di vista. Inoltre, è necessario migliorare le possibilità di formazione continua nelle professioni con un'elevata quota di donne.

La Confederazione è invitata a presentare un rapporto sull'eliminazione degli stereotipi di genere

In Svizzera, la competenza per la formazione spetta innanzitutto ai Cantoni. Tuttavia, dato che nel settore della formazione professionale e continua la Confederazione e l'economia svolgono un ruolo centrale, le raccomandazioni elaborate dalla CFQF si rivolgono a tutte le parti coinvolte.

Inoltre, la Strategia Parità 2030, ossia la prima strategia nazionale adottata dal Consiglio federale nell'aprile del 2021 per promuovere in modo mirato l'uguaglianza tra donne e uomini, attribuisce alla Confederazione un ruolo determinante. La CFQF esorta quest'ultima a includervi le raccomandazioni in materia di formazione sottostanti e a integrarne gli obiettivi e le misure.

La Commissione invita altresì il Consiglio federale a illustrare in un rapporto le misure adottate dalla Confederazione e dai Cantoni per lottare contro gli stereotipi di genere nella formazione e a indicarne l'efficacia. L'analisi deve descrivere la situazione attuale e contribuire a far conoscere e condividere le buone pratiche.

Le raccomandazioni a colpo d'occhio

Formazione scolastica: programmi quadro d'insegnamento e materiale didattico

  1. Integrare in modo vincolante le questioni di genere nei programmi quadro d'insegnamento
  2. Utilizzare materiale didattico con rappresentazioni di genere diverse e non gerarchiche
    Sostegno nella scelta della professione
  3. Rafforzare le competenze del corpo docenti e delle persone addette all'orientamento professionale sulle questioni di genere

Eliminazione della segregazione di genere nella formazione professionale

  1. Rafforzare il mix di genere nella formazione professionale
  2. Eliminare gli svantaggi strutturali nelle professioni tipicamente femminili

Permanenza nella professione

  1. Sostenere la permanenza nelle professioni atipiche per il genere
  2. Migliorare le possibilità di formazione continua nelle professioni con una forte presenza femminile

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Equità nel finanziamento degli assegni familiari

Gli assegni familiari devono essere finanziati in parti uguali da tutti i datori di lavoro e i lavoratori indipendenti. Il Consiglio federale attua una mozione in materia, imponendo ai Cantoni di introdurre una perequazione completa degli oneri tra le casse di compensazione per assegni familiari. In occasione della sua seduta del 24 maggio 2023 ha adottato il messaggio concernente una modifica in tal senso della legge sugli assegni familiari. I Cantoni interessati dalla modifica sono 15.

Gli assegni familiari compensano parzialmente i costi per il mantenimento di uno o più figli. Essi comprendono gli assegni per i figli e gli assegni di formazione nonché, in alcuni Cantoni, gli assegni di nascita e quelli di adozione. Il loro finanziamento è garantito tramite i contributi versati dai datori di lavoro e dai lavoratori indipendenti alle casse di compensazione per assegni familiari (CAF).

Le aliquote di contribuzione variano a seconda dei settori: in quelli caratterizzati da salari bassi, molti lavoratori a tempo parziale e dipendenti con famiglie numerose, le CAF devono riscuotere contributi più elevati rispetto a quanto avviene in settori con salari alti e dipendenti con pochi figli. Una perequazione degli oneri a livello cantonale permetterebbe di compensare queste differenze, integralmente o parzialmente. Secondo il diritto vigente, i Cantoni sono competenti per introdurre una perequazione degli oneri tra le CAF del Cantone in questione. Ad oggi undici Cantoni dispongono di un sistema di perequazione degli oneri completo e nove di uno parziale, mentre sei non ne hanno alcuno.

I Cantoni dovranno introdurre una perequazione completa degli oneri

Nella sua versione modificata, la legge sugli assegni familiari imporrà ai Cantoni che non prevedono alcuna perequazione degli oneri, come pure a quelli che ne hanno una soltanto parziale, di introdurre una perequazione completa degli oneri per il finanziamento degli assegni familiari per i salariati e i lavoratori indipendenti entro due anni dell’entrata in vigore della modifica di legge. Gli assegni familiari saranno così finanziati in parti uguali da tutti i datori di lavoro e i lavoratori indipendenti.

L’attuazione della revisione di legge dovrebbe generare una ridistribuzione supplementare degli oneri tra le CAF a livello nazionale dell’ordine di circa 108 milioni di franchi all’anno. L’introduzione di una perequazione completa degli oneri in tutti i Cantoni comporterebbe una ridistribuzione complessiva stimata a 419 milioni di franchi all’anno, a fronte di prestazioni versate per un totale di circa 6 miliardi di franchi. Le spese amministrative cagionate dalla compensazione degli oneri saranno minime.

Nell’agosto del 2021, considerati i risultati controversi emersi dalla procedura di consultazione, il Consiglio federale aveva proposto lo stralcio dal ruolo della mozione Baumann 17.3860 «Assegni familiari. Per un’equa ripartizione degli oneri». Tuttavia, nella sessione estiva del 2022 entrambe le Camere hanno respinto la proposta di stralcio. Il Consiglio federale trasmette pertanto al Parlamento il necessario adeguamento della legge sugli assegni familiari.

Saperne di piû

Aumento del numero di ore di lavoro nel 2022 in Svizzera

Nel 2022, il numero totale di ore lavorate in ambito professionale in Svizzera ha raggiunto quota 7,922 miliardi, con un incremento dell'1,3% rispetto all'anno precedente, segnando il ritorno al livello precedente la pandemia. Tra il 2017 e il 2022 la durata settimanale effettiva di lavoro dei dipendenti a tempo pieno è diminuita mediamente di 59 minuti, attestandosi a 39 ore e 59 minuti. È quanto emerge dagli ultimi risultati dell'Ufficio federale di statistica (UST).

Secondo la statistica del volume di lavoro dell'UST (SVOL), tra il 2021 e il 2022 il numero totale di ore lavorate dall'insieme delle persone occupate in Svizzera è aumentato dell'1,3%. Il volume di ore relativo al 2022 è tornato al livello precedente la pandemia di COVID-19 (2019-2021: +0,2%).

Tra il 2021 e il 2022 l'aumento del volume di lavoro è dovuto all'incremento del numero di impieghi (+1,5%), compensato in parte da un calo della durata annua effettiva del lavoro per impiego (-0,2%). La contrazione di quest'ultima nonostante il forte calo della durata delle assenze dovute al lavoro ridotto (2021: 33 ore per impiego; 2022: 2 ore), è da ricondurre alla riduzione del numero di giorni lavorati (-1,3%; nel 2022 c'erano più giorni festivi che cadevano durante un giorno lavorativo ed è stato preso un numero superiore di giorni di ferie).

Orario di lavoro diminuito di un'ora in cinque anni

Tra il 2017 e il 2022, la durata settimanale effettiva del lavoro dei dipendenti a tempo pieno (tolti quelli proprietari della loro impresa) si è ridotta di 59 minuti, attestandosi a 39 ore e 59 minuti. Questo si spiega con una contrazione della durata settimanale contrattuale di lavoro (-10 min., attestatasi a 41 ore e 43 min.), un calo della durata settimanale di lavoro straordinario (-15 min., a 40 min.) e a un aumento della durata settimanale delle assenze (+33 min., a 2 ore e 25 min.). Nello stesso periodo il numero di settimane di ferie è passato da 5,1 a 5,2 all'anno, ovvero un aumento di 0,2 giorni. I dipendenti dai 20 ai 49 anni dispongono di 5,0 settimane di ferie contro le 5,4 dei dipendenti dai 15 ai 19 anni e le 5,6 di quelli dai 50 ai 64 anni.

Settore primario: circa 45 ore settimanali

I dipendenti a tempo pieno del settore primario sono quelli che presentano il carico di lavoro settimanale più elevato (durata effettiva di 44 ore e 58 min.). Seguono nell'ordine i rami «Attività finanziarie e assicurative» (41 ore e 23 min.), «Attività professionali, scientifiche e tecniche» (40 ore e 47 min.) e «Attività artistiche, di intrattenimento, presso economie domestiche, altro» (40 ore e 14 min.). Le durate effettive meno lunghe sono state registrate nei rami «Attività immobiliari e amministrative» (39 ore e 19 min.) e «servizi di alloggio e ristorazione» (39 ore e 23 min.).

Aumento delle assenze per motivi di salute

Tra il 2021 e il 2022 la durata annua media delle assenze causate da problemi di salute (malattia/infortunio) è progredita, passando da 53 a 64 ore per impiego. La durata annua delle assenze a causa del lavoro ridotto dei dipendenti è invece diminuita in modo molto netto (da 33 a 2 ore). Le assenze per obblighi militari o civili, per congedo maternità e per motivi personali o familiari sono leggermente diminuite. In calo anche le assenze per «altri motivi» (p. es. persone in quarantena o restrizioni dell'attività dei lavoratori indipendenti durante la pandemia di COVID-19), passate da 24 a 17 ore per impiego.

Raffronti internazionali molto diversi

Per poter effettuare raffronti sul piano internazionale, il metodo di calcolo della durata di lavoro deve essere adeguato (v. allegato metodologico). Il principale adattamento consiste nell'escludere dai calcoli le persone assenti tutta la settimana, cosa da cui risulta una durata di lavoro ben superiore. Calcolata in questo senso, la durata settimanale effettiva di lavoro dei dipendenti a tempo pieno ammontava in Svizzera a 42 ore e 44 minuti, collocandola in testa rispetto ai Paesi dell'UE/AELS, davanti alla Romania (40 ore e 3 min.). Il Belgio (36 ore e 27 min.) e la Finlandia (36 ore e 35 min.) hanno registrato la durata meno lunga. La durata media di ore lavorate nell'UE si attestava a 38 ore e 20 minuti.

Con 35 ore e 45 minuti la Svizzera, considerando l'insieme delle persone occupate, si colloca tuttavia tra i Paesi che nel 2022 avevano le durate di lavoro settimanali effettive minori, e questo a causa della forte proporzione di persone occupate a tempo parziale. La durata più elevata e quella più bassa sono state osservate rispettivamente in Grecia (39 ore e 41 min.) e nei Paesi Bassi (30 ore e 50 min.), per una media in seno all'UE di 35 ore e 56 minuti.

Calcolando il rapporto tra il volume totale di ore lavorate alla settimana e il totale della popolazione di 15 anni e più, la Svizzera (22 ore e 48 min.) si colloca di nuovo tra i Paesi che presentano le durate settimanali effettive di lavoro maggiori. Questo dipende dall'elevata quota di persone che partecipano al mercato del lavoro svizzero. La durata più lunga e quella più breve sono state rilevate rispettivamente in Islanda (25 ore e 22 min.) e in Italia (16 ore e 17 min). La media dell'UE si attesta a 19 ore e 27 minuti.

Saperne di piû

Il sistema dei soli sussidi non è più al passo coi tempi

Questa settimana è stato presentato per rometro della famiglia in Svizzera, uno studio condotto da Pro Familia Svizzera e PAX intervistando oltre duemila famiglie di tutte le regioni del Paese su temi attuali riguardanti la vita familiare. Questa prima edizione dello studio fornisce informazioni preziose sulla vita quotidiana delle famiglie in Svizzera e, allo stesso tempo, getta le basi per un'indagine periodica sulla loto situazione di vita. Ne parliamo con Michela Trisconi, responsabile di Pro Familia Svizzera italiana.

Saperne di piû 

Barometro svizzero delle famiglie

L’assicurazione invalidità garantisce il rimborso e la qualità dei mezzi e degli apparecchi forniti ai bambini con infermità congenite

Negli ultimi giorni si è venuta a creare incertezza riguardo al rimborso dei mezzi e degli apparecchi diagnostici e terapeutici per i bambini affetti da infermità congenite. L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) ha adottato una soluzione transitoria per evitare che le famiglie interessate debbano sostenere spese supplementari. Gli uffici AI ne sono stati informati e l’UFAS sta valutando i prossimi passi.

Nelle scorse settimane diverse famiglie con figli affetti da infermità congenite hanno ricevuto fatture per mezzi e apparecchi diagnostici e terapeutici i cui costi venivano finora interamente coperti dall’assicurazione invalidità (AI). Il motivo è che un fornitore di prestazioni fattura prezzi più elevati rispetto al nuovo importo massimo rimborsato dall'AI.

I prodotti devono essere efficaci, appropriati ed economici

L’AI e l’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) rimborsano i prodotti in questione conformemente all’Elenco dei mezzi e degli apparecchi (EMAp). Dal 2016 quest'ultimo è stato sottoposto a una revisione completa con il coinvolgimento di un gruppo di esperti. Nel quadro di questa revisione sono state verificate l'efficacia, l'appropriatezza e l'economicità (criteri EAE) dei prodotti figuranti nell'elenco. Le prestazioni rimborsate dall’AI e dall’AOMS devono adempiere questi tre criteri. In caso di necessità comprovata sono state aggiunte nuove posizioni specifiche per i bambini. Laddove necessario, gli importi massimi rimborsabili sono stati ridotti. Tra i prodotti toccati dalla riduzione vi erano anche mezzi e apparecchi diagnostici e terapeutici rilevanti per i bambini affetti da un’infermità congenita, quali ad esempio gli apparecchi per inalazione e terapia respiratoria o sistemi di misurazione quali i monitor del tasso di saturazione dell’ossigeno e della frequenza cardiaca. I fornitori di tali apparecchi hanno pertanto dovuto adeguare i propri prezzi in funzione dell’EMAp. Tuttavia un fornitore non lo ha fatto e in diversi casi, oltre a fatturare all'AI i nuovi importi massimi rimborsabili, ha anche fatturato agli assicurati la differenza di prezzo. L’UFAS stima che le famiglie interessate da questa prassi siano circa 400. Attualmente l’AI rimborsa mezzi e apparecchi a circa 6000 bambini affetti da infermità congenite

La situazione degli interessati non è peggiorata né sul piano finanziario né su quello qualitativo

Per l’UFAS è fondamentale che la fornitura di mezzi e apparecchi ai bambini interessati non venga compromessa e che la situazione di queste famiglie non peggiori, né finanziariamente né qualitativamente. Venerdì 14 aprile 2023 l’UFAS ha pertanto adottato una regolamentazione che garantisce il rimborso da parte dell’AI e la qualità dei mezzi e degli apparecchi forniti. Fino a nuovo avviso l’AI coprirà le spese eccedenti i nuovi importi massimi rimborsabili. Le decisioni dell’AI già emanate restano valide. L’AI assume anche i costi di mezzi e apparecchi, servizi e materiale di consumo che non figurano nell’EMAp ma la cui necessità sul piano medico è comprovata. Rimborsa inoltre anche apparecchi di riserva per la sostituzione rapida in caso di guasto, se la loro necessità è certificata da un medico specialista qualificato.

Le famiglie interessate verranno contattate dagli uffici AI

L’UFAS ha dato istruzione agli uffici AI di contattare le famiglie interessate nei prossimi giorni per informarle della situazione. Gli uffici AI le aiuteranno inoltre a passare a un fornitore che offre le prestazioni necessarie e rispetta i nuovi importi massimi rimborsabili. Stando agli accertamenti dell’UFAS vi sono altri fornitori che offrono mezzi e apparecchi qualitativamente equivalenti. In caso di domande, le famiglie interessate potranno rivolgersi direttamente all’ufficio AI competente. L’UFAS dovrà ora chiarire diverse questioni, quali ad esempio l'applicazione dell’EMAp nel caso dei bambini affetti da infermità congenite e la politica dei prezzi di determinati fornitori.

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