Spese per le prestazioni sociali legate al bisogno che mirano a lottare contro la povertà

Per evitare alle persone di dover ricorrere all’aiuto sociale finanziario, ovvero all’aiuto sociale in senso stretto, i Cantoni le assistono con prestazioni sociali legate al bisogno anteposte all’aiuto sociale. L’aiuto sociale finanziario insieme alle prestazioni sociali legate al bisogno anteposte all’aiuto sociale costituiscono le prestazioni sociali legate al bisogno che mirano a lottare contro la povertà.

Nel 2023 la Confederazione, i Cantoni e i Comuni hanno erogato 8,8 miliardi di franchi in prestazioni sociali volte a lottare contro la povertà, pari a un aumento di 261 milioni di franchi (+3,0%) rispetto al 2022 a prezzi correnti. Al netto dell’andamento dei prezzi (+2,1%), questo aumento ammonta allo 0,9%.

Sul totale delle spese di 8,8 miliardi di franchi, la quota maggiore (64,8%) è costituita dalle prestazioni complementari (PC) all’AVS/AI, pari a 5,7 miliardi di franchi. Seguono le spese per l’aiuto sociale finanziario (28,6%), pari a 2,5 miliardi di franchi, gli aiuti per la vecchiaia e l’invalidità, gli aiuti alle persone disoccupate, gli aiuti per le famiglie, gli anticipi degli alimenti e l’aiuto per l’alloggio, pari a 581 milioni di franchi (6,6%).

Saperne di più

Il Consiglio federale rafforza l’attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo

Per rafforzare i diritti dei minori in Svizzera, saranno attuate otto misure supplementari a livello federale. Nella sua seduta del 14 marzo 2025, il Consiglio federale ha adottato un rapporto concernente il follow-up delle ultime raccomandazioni del Comitato ONU per i diritti del fanciullo.

Le nuove misure riguardano una migliore considerazione dei diritti dei minori nei processi legislativi federali, la politica dell’infanzia e della gioventù, la formazione delle figure professionali che lavorano con e per i minori nonché la prevenzione del bullismo e del ciberbullismo, come pure la partecipazione dei bambini e dei giovani ai progetti dell’Amministrazione federale e il coinvolgimento di altri attori della società civile nel follow-up delle raccomandazioni del Comitato ONU per i diritti del fanciullo.

Follow-up delle raccomandazioni del Comitato ONU per i diritti del fanciullo

Ogni cinque anni la Svizzera presenta al Comitato ONU per i diritti del fanciullo un rapporto sullo stato dell’attuazione della Convenzione. Al termine della procedura di presentazione di tale rapporto, il Comitato formula osservazioni finali ed elabora una serie di raccomandazioni. Le ultime raccomandazioni del Comitato ONU per i diritti del fanciullo all’attenzione della Svizzera sono state analizzate nel quadro di un processo di follow-up a livello della Confederazione, cui hanno partecipato anche le conferenze intercantonali interessate. Le otto misure adottate tengono conto delle raccomandazioni e completano i lavori in corso nei differenti uffici federali.

Saperne di più

Indicatori dell'uguaglianza tra donna e uomo

Dal 1991 il tasso di attività professionale delle donne è nettamente aumentato in tutte le fasce di età. L'aumento più marcato è stato registrato per le donne dai 55 ai 64 anni. Nel 2024 il loro tasso di attività professionale era del 72%, ovvero 16 punti percentuali al di sotto di quello delle donne dai 25 ai 39 anni (88%). Nel 1991 il tasso si attestava al 44% ed era dunque ancora inferiore di quasi 29 punti percentuali rispetto a quello delle donne più giovani (72%).

Nel corso degli anni, il tasso di attività professionale degli uomini invece ha segnato una lievissima diminuzione. La differenza tra la generazione più giovane e quella più anziana era di circa 11 punti percentuali sia nel 1991 che nel 2024: nel 1991 il tasso era del 97% per la fascia di età dai 25 ai 39 anni, contro l'86% per quella dai 55 ai 64 anni, mentre nel 2024 i tassi si attestavano rispettivamente al 94 e all'84%.

Nel 2024 la quota di donne nelle direzioni aziendali era del 35%. Rispetto ai due anni precedenti, la loro quota è leggermente aumentata (2022: 31%; 2023: 32%). Le donne appartenenti alla fascia di età più giovane (dai 25 ai 39 anni) sono quelle che occupano più spesso questo tipo di posizione dirigenziale. Nel 2024 la loro quota si attestava al 41%. A titolo di paragone, nella fascia di età dai 40 ai 54 anni la quota corrispondente era del 34%, mentre in quella dai 55 ai 64 anni era del 30%. Saperne di più

Erwerbsquote der Frauen i













Fonte : UST - RIFOS

Arbeitnehmende in UL 2025 i






















Fonte : UST - RIFOS


Il Consiglio federale respinge l’iniziativa che chiede di sopprimere il limite massimo delle rendite AVS dei coniugi

Nella sua seduta del 7 marzo 2025, il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente l’iniziativa popolare «Sì a rendite AVS eque anche per i coniugi – Basta con la discriminazione del matrimonio!». L’iniziativa chiede di sopprimere la limitazione della somma delle due rendite per coniugi nell’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (AVS) e nell’assicurazione invalidità (AI). Il Consiglio federale raccomanda al Parlamento di respingere l’iniziativa senza presentare alcun controprogetto. Un ulteriore onere supplementare di circa 3,6 miliardi di franchi a carico dell’AVS nel 2030 (secondo le proiezioni), in aggiunta ai costi legati alla 13a rendita di vecchiaia e all’evoluzione demografica, acuirebbe le difficoltà finanziarie dell’assicurazione.

Depositata il 27 marzo 2024 dal partito del Centro, l’iniziativa «Sì a rendite AVS eque anche per i coniugi – Basta con la discriminazione del matrimonio!» chiede la soppressione della limitazione delle rendite per coniugi nell’AVS e nell’AI. In base alla regolamentazione attuale, la somma delle due rendite delle persone assicurate coniugate ammonta al 150 per cento dell’importo massimo della rendita corrispondente, ovvero a 3780 franchi per le persone che hanno sempre versato contributi AVS. Questa limitazione concerne circa il 90 per cento delle coppie sposate. Di conseguenza, le loro rendite AVS e AI possono essere inferiori alla somma delle rendite delle coppie non sposate. L’iniziativa chiede anche che il Consiglio federale sopprima l’esenzione dall’obbligo contributivo per il coniuge che non lavora, se la relativa legislazione d’esecuzione non dovesse entrare in vigore entro tre anni dall’accettazione dell’iniziativa. Attualmente, le persone sposate senza attività lucrativa sono esentate dall’obbligo contributivo se il coniuge versa almeno il doppio del contributo minimo. In caso di accettazione dell’iniziativa, le rendite delle persone sposate con un reddito annuo medio determinante AVS superiore a 90720 franchi (stato: 2025) migliorerebbero. Per contro, le rendite delle economie domestiche con redditi più bassi e quelle delle persone non sposate, vedove o divorziate non aumenterebbero.

Il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa

Il Consiglio federale respinge l’iniziativa, poiché ritiene che i coniugi beneficino già di una buona copertura sociale nell’AVS, con diverse prestazioni accordate unicamente a loro che controbilanciano gli svantaggi connessi alla limitazione della somma delle loro rendite. Le coppie sposate beneficiano infatti di prestazioni dell’AVS e dell’AI a cui i conviventi non hanno diritto. In caso di divorzio e di decesso, per esempio, i redditi conseguiti durante gli anni di matrimonio vengono ripartiti in parti uguali tra i due coniugi. Lo stesso vale quando entrambi hanno diritto a una rendita. Inoltre, i vedovi e le vedove hanno diritto a un supplemento di vedovanza del 20 per cento in aggiunta alla loro rendita di vecchiaia o d’invalidità e le rendite vedovili sono accordate soltanto a condizione di essere stati sposati.

L’accettazione dell’iniziativa, con la soppressione della limitazione delle rendite per coniugi e quella dell’esenzione dall’obbligo contributivo per il coniuge senza attività lucrativa, genererebbe inoltre un aumento delle uscite annue dell’AVS di circa 3,6 miliardi di franchi nel 2030 e di circa 4,1 miliardi di franchi nel 2035 (secondo le proiezioni). La Confederazione dovrebbe coprire circa 770 milioni di franchi nel 2030 e 870 milioni di franchi nel 2035 (secondo il diritto vigente, il contributo federale al finanziamento dell’AVS ammonta al 20,2 %). L’iniziativa non prevede però alcun finanziamento per coprire queste spese supplementari e l’AVS non dispone delle risorse finanziarie necessarie per coprirle. Per far fronte alle uscite supplementari che l’iniziativa genererebbe e in funzione dell’obiettivo finanziario da definire, si renderebbe per esempio necessario un aumento dei contributi salariali di 0,6 punti percentuali o un innalzamento dell’IVA di 0,8 punti percentuali.

In caso di accettazione dell’iniziativa, le spese aggiuntive andrebbero a gravare l’insieme della popolazione, incluse le persone a basso reddito o le persone sole, vedove o divorziate, che non beneficerebbero però di alcun miglioramento della loro rendita e che anzi sono proprio quelle maggiormente minacciate dalla povertà. Inoltre, imporre all’AVS un onere supplementare in aggiunta ai costi legati alla 13a rendita di vecchiaia e all’evoluzione demografica aggraverebbe la situazione finanziaria dell’assicurazione. Sulla base di quanto precede, il Consiglio federale raccomanda al Parlamento di respingere l’iniziativa.

Saperne di più

Primo studio sui giovani di Pro Juventute: un giovane su 10 è sottoposto a trattamento professionale

Lo «Studio sui giovani di Pro Juventute» è la prima indagine rappresentativa su come gli adolescenti e i giovani adulti in Svizzera affrontino lo stress, le crisi e l’uso dei media. I risultati mostrano differenze significative tra i generi.

Per lo studio è stato chiesto a un campione rappresentativo di adolescenti e giovani adulti di tutta la Svizzera di età compresa tra i 14 e i 25 anni come affrontano lo stress, le crisi, l'uso dei media e la resilienza. 

Primo studio sui giovani di Pro Juventute