Nel 2021, quasi una persona disabile su sei era a rischio di povertà

Nel 2021 le persone con disabilità erano più spesso a rischio di povertà rispetto al resto della popolazione e hanno beneficiato maggiormente di sostegno finanziario esterno. Dichiarano inoltre di aver rinunciato più spesso a cure sanitarie nonostante valutino il loro stato di salute generale meno buono rispetto alle persone senza disabilità. Questi alcuni dei risultati tratti dagli indicatori delle pari opportunità che l'Ufficio federale di statistica (UST) pubblica in vista della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che ricorre il 3 dicembre.

Nel 2021, tra le persone dai 16 ai 64 anni, quelle con disabilità erano più a rischio di povertà rispetto al resto della popolazione. Infatti, il 16% di loro viveva in un'economia domestica privata il cui reddito era inferiore al 60% del reddito mediano svizzero. Nel resto della popolazione, la quota delle persone che avevano un tale reddito era del 10%. Le persone a rischio di povertà dispongono di redditi significativamente più bassi rispetto alla popolazione nel suo complesso. Questa situazione costituisce un elevato rischio di esclusione sociale, e questo nonostante il fatto che nel 2021 quasi tre persone con disabilità su quattro (73%) fossero professionalmente attive.

Maggiore necessità di sostegno finanziario esterno

Al contempo, le persone con disabilità hanno beneficiato più spesso di prestazioni del sistema di sicurezza sociale per combattere la povertà e di aiuti finanziari esterni rispetto alle persone senza disabilità. Conformemente alle aspettative, le persone con disabilità accedono con una frequenza maggiore alle prestazioni complementari (in aggiunta a una rendita dell'AI) rispetto al resto della popolazione (nel 2021 il 5% contro lo 0,3%). Dichiarano inoltre di ricevere più spesso sia le prestazioni dell'aiuto sociale (l'8% contro il 3%) che il sostegno di altre istituzioni pubbliche o private (lo 0,9% contro lo 0,5%). In particolare, è possibile combinare prestazioni in situazioni di transizione tra diverse forme di assistenza nel corso dell'anno e alcune prestazioni possono essere percepite contemporaneamente.

Maggiori differenze all'aumentare del grado di disabilità

Più alto è il grado di disabilità, maggiore è il rischio di povertà. Di conseguenza, le persone con disabilità tali da limitarle gravemente nelle loro attività abituali sembrano essere ancora più esposte al rischio di povertà rispetto alle persone senza disabilità (nel 2021 il 26% contro il 10%).

Dichiarano inoltre di percepire più spesso diverse forme di sostegno finanziario esterno: il 14% di loro percepisce prestazioni complementari, il 18% beneficia di aiuto sociale e il 3% riceve il sostegno di altre istituzioni pubbliche o private. 

Più frequente la rinuncia alle cure sanitarie

Un buono stato di salute è importante sia per la qualità della vita che per partecipare appieno alla società. Sebbene la disabilità possa derivare da problemi di salute o esserne una conseguenza, non sempre esiste un legame tra le due cose, in particolare a seconda della natura della disabilità. Mentre la maggior parte delle persone senza disabilità si considera generalmente in (ottima) salute (94%), ciò vale solo per la metà delle persone con disabilità (47%). Viceversa, il 17% delle persone con disabilità valuta la propria salute come (molto) cattiva, quota che sale al 47% tra le persone con disabilità gravemente limitanti. 

L'accesso alle cure sanitarie è quindi una questione di grande importanza per molte persone con disabilità. Ciononostante, esse hanno dichiarato più spesso delle persone senza disabilità di aver rinunciato a cure mediche necessarie nei 12 mesi precedenti l'indagine (il 4% contro l'1%). Tale quota sale al 5% tra le persone con disabilità gravemente limitanti.

Impatto della COVID-19 sul morale

La crisi sanitaria ha avuto ripercussioni negative sulla salute psichica della popolazione: Nel 2021, il 45% della popolazione dai 16 ai 64 anni ha indicato che, nell'anno precedente l'indagine, la crisi della COVID-19 ha influito negativamente sul proprio morale. Il fatto di dover convivere con una disabilità ha avuto un impatto minimo sulla salute psichica. Rispetto al resto della popolazione, tra le persone con disabilità è stato registrato un peggioramento significativo della salute psichica solo nella fascia di età dai 40 ai 64 anni (il 37% contro il 45%).

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Con una media di 6706 franchi al mese, pressoché invariato il reddito disponibile nel 2021

Nel 2021 le spese delle economie domestiche private in Svizzera hanno subito poche variazioni rispetto all'anno precedente. Come nel 2020, anche nel 2021 gli effetti della pandemia di COVID-19 hanno avuto un impatto sensibile sulle spese di consumo. Il reddito medio disponibile di 6706 franchi al mese è in linea con quello degli anni precedenti. Questo è quanto emerge dai risultati dell'indagine sul budget delle economie domestiche del 2021, condotta dall'Ufficio federale di statistica (UST).

Nel 2021 il reddito disponibile medio delle economie domestiche ammontava a 6706 franchi mensili e si è mantenuto stabile rispetto agli anni precedenti. Il reddito disponibile corrisponde al reddito lordo tolte le spese obbligatorie. Vi rientrano i redditi di tutti i membri dell'economia domestica, che in media in Svizzera conta 2,09 persone. Spesso il livello dei redditi delle economie domestiche composte da una sola persona è più basso di quello delle economie domestiche di più persone, al quale può contribuire, appunto, più di una persona. Nel reddito dell'economia domestica, oltre ai salari e alle indennità percepiti mensilmente, rientrano anche i versamenti annuali, come ad esempio la tredicesima. Il reddito comprende inoltre le rendite, le prestazioni sociali e i versamenti provenienti da altre economie domestiche, nonché i redditi da capitale, come interessi e dividendi. Non tutte le economie domestiche, tuttavia, dispongono di 6706 franchi al mese. Nel 2021, circa il 60% delle economie domestiche aveva un reddito disponibile inferiore al valore medio svizzero.

Tre quarti del reddito domestico lordo provengono dall'attività professionale

Anche nel 2021 il reddito da lavoro ha costituito la parte più importante del reddito lordo (in media il 72,1%), seguito dalle rendite e dalle prestazioni sociali (21,5%) quale seconda fonte più importante di reddito. I redditi patrimoniali, invece, rivestivano anche nel 2021 un ruolo marginale per gran parte delle economie domestiche (in media il 5,2% del reddito lordo), mentre superavano il 5,2% del reddito lordo solo per circa un settimo delle economie domestiche. I trasferimenti monetari da parte di altre economie domestiche private (come ad es. gli alimenti) ammontavano in media all'1,2% del reddito lordo. Tale situazione reddituale si è rivelata più frequente tra le economie domestiche monoparentali.

Il 31,5% del reddito lordo per le spese obbligatorie

Nel 2021 le spese obbligatorie ammontavano a 3083 franchi al mese e hanno costituito il 31,5% del reddito lordo. Le imposte ne costituivano la voce principale, con in media 1203 franchi al mese, ovvero il 12,3% del reddito lordo. Fanno inoltre parte delle spese obbligatorie anche i contributi alle assicurazioni sociali (10,2% del reddito lordo), come i contributi AVS e alla cassa pensioni, i premi per l'assicurazione malattie obbligatoria (7,0%) nonché i trasferimenti monetari verso altre economie domestiche (2,0%).

Quanto rimane?

Le economie domestiche hanno utilizzato 4648 franchi al mese per le spese di consumo, ovvero il 47,5% del reddito lordo, una cifra ancora chiaramente inferiore rispetto agli anni precedenti la pandemia di COVID-19. Una volta coperte tutte le spese, nel 2021 alle economie domestiche rimanevano in media 1710 franchi al mese da destinare ai risparmi, cioè l'equivalente del 17,5% del reddito lordo. Tuttavia, anche nel 2021 non tutte le economie domestiche sono state in grado di accantonare una somma per i risparmi: le economie domestiche della classe di reddito più bassa (con meno di 4674 fr. di reddito lordo), ad esempio, spesso hanno speso una somma superiore alle loro entrate. Questo fenomeno è riconducibile tra l'altro al fatto che in questa classe figura una quota proporzionalmente elevata (61%) di economie domestiche composte da pensionati e pensionate, il cui budget domestico è finanziato in parte dall'erosione del patrimonio.

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Indennità giornaliere per il genitore superstite

Le conseguenze del decesso di un genitore poco dopo la nascita del figlio sono tragiche per la famiglia e per il neonato. In tali casi, in futuro il genitore superstite beneficerà di un prolungamento del congedo di maternità o di paternità. Con questa modifica s’intende garantire l’accudimento del neonato nei primi mesi di vita e porre l’accento sul bene del figlio. Nella sua seduta del 22 novembre 2023, il Consiglio federale ha fissato al 1° gennaio 2024 l’entrata in vigore della pertinente modifica della legge sulle indennità di perdita di guadagno e adottato la relativa modifica di ordinanza.

In virtù di questa modifica della legge sulle indennità di perdita di guadagno (LIPG), in caso di decesso della madre nelle 14 settimane successive alla nascita del figlio, al padre (o alla moglie della madre) verrà concesso, oltre al congedo di due settimane cui ha diritto, un congedo supplementare di 14 settimane, da fruire immediatamente dopo il decesso e senza interruzioni. Il diritto al congedo si estinguerà anticipatamente se il padre (o la moglie della madre) riprenderà l’attività lucrativa.

Analogamente, in caso di decesso del padre o della moglie della madre nei sei mesi successivi alla nascita del figlio, la madre avrà diritto a un congedo supplementare di due settimane, da fruire secondo le stesse modalità previste per il congedo per l’altro genitore.

Saranno apportate alcune modifiche anche alle disposizioni d’esecuzione. Inoltre, dall’entrata in vigore delle modifiche legislative legate al progetto «Matrimonio per tutti» nel 2022, la moglie della madre è riconosciuta quale genitore legale, il che le conferisce il diritto, a determinate condizioni, al congedo e all’indennità di paternità. Questo cambiamento richiede un adeguamento redazionale delle disposizioni di ordinanza.

Ripercussioni finanziarie sulle IPG

Considerato che i decessi di un genitore poco dopo la nascita del figlio restano rari, la modifica legislativa cagionerà per le IPG spese stimate a circa 120 000 franchi nel 2024. La modifica di ordinanza prevede le disposizioni d’esecuzione della modifica di legge adottata dal Parlamento nel marzo del 2023 in attuazione dell’iniziativa parlamentare 15.434 «Congedo maternità per padri superstiti», il cui termine di referendum è scaduto inutilizzato il 6 luglio 2023. La modifica della LIPG entrerà in vigore il 1° gennaio 2024.

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Un aiuto più efficace contro l’indebitamento dei minorenni e degli assicurati

I minorenni non potranno più essere perseguiti per i premi non pagati dai loro genitori. Nella sua seduta del 22 novembre 2023, il Consiglio federale ha determinato l’entrata in vigore della modifica della legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal), della legge federale sulla esecuzione e sul fallimento (LEF) e dell’ordinanza sull’assicurazione malattie (OAMal) concernenti l’obbligo di pagare i premi. Inoltre, gli assicuratori potranno avviare al massimo due procedure di esecuzione all’anno per assicurato. Quanto ai Cantoni, potranno farsi cedere gli attestati di carenza di beni e agire così più efficacemente contro l’indebitamento degli assicurati.

Grazie alla modifica della LAMal, i minorenni non potranno più essere perseguiti per i premi e le partecipazioni ai costi che i loro genitori non hanno pagato. Questo cambiamento porrà fine al regime attuale, secondo il quale ogni assicurato, minorenne o maggiorenne, è personalmente debitore dei premi dell’assicurazione malattie che lo riguardano. Il Consiglio federale ha determinato l’entrata in vigore di questa modifica il 1° gennaio 2024.

Al fine di limitare gli esborsi legati alle spese di esecuzione, gli assicuratori potranno avviare al massimo due procedure di esecuzione all’anno contro lo stesso assicurato. Per attuare questa modifica, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2025, gli assicuratori dovranno adattare i loro sistemi informatici.

Ripresa degli attestati di carenza di beni da parte dei Cantoni
Inoltre, la modifica della LAMal accorda ai Cantoni la possibilità di riprendere gli attestati di carenza di beni degli assicurati e di offrire loro un aiuto per uscire dall’indebitamento. Un Cantone potrà farsi cedere gli attestati di carenza di beni, se si assume il 90 per cento del totale dei crediti annunciati dall’assicuratore. Attualmente i Cantoni devono pagare l’85 per cento dei crediti all’assicuratore, che però resta titolare dell’attestato di carenza di beni. I Cantoni avranno la possibilità di riprendere gli attestati di carenza di beni annualmente o trimestralmente. Gli assicurati potranno così cambiare cassa malati più rapidamente e affiliarsi a un assicuratore che offre premi più vantaggiosi. Attualmente ciò non è possibile finché i crediti che un assicuratore vanta nei loro confronti non sono stati saldati. Questa modifica entrerà in vigore il 1° luglio 2025 per permettere ai Cantoni e agli assicuratori di adattare i loro sistemi di scambio elettronico di dati.

Il Parlamento ha inoltre approvato una modifica della LEF finalizzata ad aiutare gli assicurati a uscire dalla spirale dell’indebitamento. Gli assicurati che hanno subito un pignoramento del reddito hanno la possibilità di incaricare l’ufficio di esecuzione di pagare i loro premi correnti. Questa modifica entrerà in vigore il 1° luglio 2024.

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Nel 2021 il 5,5% dei bambini in Svizzera ha dovuto rinunciare per motivi finanziari ad attività ricreative a pagamento

Nel 2021, oltre il 6% delle persone sotto i 16 anni in Svizzera è stato colpito da almeno tre deprivazioni specifiche ai bambini. I genitori di più del 97% dei bambini hanno valutato lo stato di salute generale di questi ultimi come buono o molto buono e indicato che il 6,9% dei bambini era limitato nelle proprie attività quotidiane a causa di problemi di salute. Questi sono alcuni dei risultati del modulo «Deprivazione e salute dei bambini» dell'indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (SILC) dell'Ufficio federale di statistica (UST). 

Nel 2021, il 6,4% delle persone di età inferiore ai 16 anni in Svizzera è risultato deprivato in almeno 3 dei 17 ambiti più importanti per i bambini. Tra questi rientrano, oltre al possesso di vestiti e scarpe adatti e al consumo di pasti equilibrati, anche, ad esempio, il possesso di libri adatti all'età, di giocattoli per l'interno e l'esterno e la possibilità di invitare gli amici. Ad esempio, il 6,1% dei bambini non può passare una settimana di vacanza lontano da casa e il 5,5% non può partecipare a un'attività ricreativa regolare a pagamento fuori casa. I figli di genitori con un livello di formazione basso, un reddito basso, nonché i bambini di nazionalità straniera e quelli che vivono in economie domestiche monoparentali sono colpiti nettamente più spesso da deprivazione specifica ai bambini.

Tasso svizzero di deprivazione specifica ai bambini più basso di quello europeo

Con il 13,0%, il tasso medio europeo di deprivazione specifica ai bambini è più del doppio di quello svizzero. Tra i Paesi confinanti con la Svizzera, solo la Germania (6,0%) ha un tasso di deprivazione inferiore. I Paesi europei con i tassi più bassi sono la Slovenia (2,9%), la Svezia (3,5%) e la Finlandia (3,7%), mentre i tassi più alti si registrano in Romania (42,5%) e Bulgaria (36,5%).

Deprivazione delle prestazioni di cura di bambini e adulti

In Svizzera, il numero di persone che rinunciano alle cure mediche per motivi finanziari è nettamente inferiore a quello delle persone che rinunciano alle cure dentistiche, e questo vale sia per i bambini che per le persone dai 16 anni in su.

In un confronto europeo, la deprivazione di cure dentistiche dei bambini è meno diffusa in Svizzera (l'1,5% contro il 4,4% nell'UE), mentre per quanto riguarda le persone dai 16 anni in su, la Svizzera si situa nella media europea (il 2,5% contro il 2,6%). Tuttavia, come nella maggior parte dei Paesi europei, i bambini a rischio di povertà sono colpiti nettamente più spesso da deprivazione delle cure dentistiche per motivi finanziari rispetto ai bambini non a rischio di povertà. In Svizzera non avviene praticamente mai che i bambini siano colpiti da deprivazione delle cure mediche. 

Leggera influenza del reddito dell'economia domestica sullo stato di salute valutato dei bambini

In Svizzera i genitori hanno valutato lo stato di salute generale dei propri figli come buono o molto buono nel 97,4% dei casi, una quota leggermente superiore alla media dei Paesi europei (96,5%). Rispetto ad altri Paesi europei, in Svizzera non si riscontra una chiara influenza del reddito sullo stato di salute dei bambini. 

In Svizzera, lo stato di salute del 99,4% dei bambini che vivono in un'economia domestica ad alto reddito (5° quintile di reddito) è stato valutato come buono o molto buono; lo stesso vale per il 97,7% dei bambini che vivono in economie domestiche a basso reddito (1° quintile di reddito). A livello europeo, la differenza maggiore tra il primo e il quinto quintile di reddito è stata rilevata in Portogallo (ca. 16 punti percentuali), mentre in Grecia, Croazia e Italia la differenza era minima o nulla.

In Svizzera il 6,9% dei bambini è limitato nelle attività quotidiane a causa di problemi di salute. Per il 5,9% tali limitazioni non sono gravi, mentre lo sono per l'1,0%. In Europa, la quota di bambini con limitazioni non gravi varia dal 7,9% della Finlandia allo 0,5% registrato in Grecia.

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Le FFS ricevono il label Pro Familia: “Azienda a misura di famiglia”

Nel giugno 2023 i collaboratori hanno fatto la propria valutazione e ora i risultati sono arrivati: le FFS sono un’azienda a misura di famiglia. Le nostre più vive congratulazioni! L'indagine mostra i punti per i quali l'azienda si distingue e quelli dove dovrebbe concentrare la propria attenzione in futuro.

Pro Familia Suisse è l'associazione mantello delle organizzazioni familiari in Svizzera, si impegna principalmente a favore delle famiglie. Oltre a questo, supporta le aziende nella conciliazione tra attività professionale e vita familiare/privata.

Nel giugno 2023 Pro Familia Svizzera ha condotto un sondaggio scientifico tra tutti i dipendenti della FFS, pari a 34.227 persone, con lo scopo di raccogliere le loro opinioni sul tema della conciliazione tra attività professionale e vita familiare/privata. Il marchio di qualità Family Score “Azienda a misura di famiglia” si ottiene con un punteggio minimo di 60 punti.

Le FFS hanno ottenuto un ottimo punteggio pari a 73 punti – la media svizzera è di 61 punti - ottenendo così il marchio di qualità. L'azienda crea le condizioni per un clima di lavoro favorevole alla famiglia, questo anche grazie alla considerazione reciproca con i propri collaboratori e al loro sostegno.

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