Pro Senectute gestirà i fondi donati all’AVS

In occasione della sua seduta del 21 febbraio 2024, il Consiglio federale ha deciso di trasferire il fondo destinato all’assistenza delle persone anziane e dei superstiti in situazione di particolare difficoltà, costituito da lasciti a favore dell’AVS, a Pro Senectute Svizzera.

Il fondo destinato all’assistenza delle persone anziane e dei superstiti in situazione di particolare difficoltà ammonta a circa due milioni di franchi. Dall’istituzione del Fondo, avvenuta mediante le decisioni del Consiglio federale del 7 gennaio 1955 e dell’8 agosto 1962, le richieste di aiuto vengono trattate dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS). Avendo pochissimi contatti con i potenziali aventi diritto, da diversi anni l’UFAS ha difficoltà nell’ampliare il proprio campo d’intervento e non riesce a trovare nuovi beneficiari. Negli ultimi anni gli aiuti concessi dal Fondo sono costantemente diminuiti e da giugno del 2019 il Fondo non ha più alcun beneficiario. Pertanto, non adempie più allo scopo per cui è stato creato.

Per poter utilizzare il Fondo e garantire che i lasciti siano utilizzati secondo la volontà dei leganti, è importante individuare i potenziali beneficiari. Il Consiglio federale ha quindi deciso di trasferire il Fondo a Pro Senectute Svizzera, che occupandosi di temi legati alla vecchiaia e promuovendo il benessere delle persone anziane è l’ente più indicato per adempiere questo obiettivo. La sua azione è globale e non si limita a una tematica particolare, il che le permette di avere una visione d’insieme delle differenti misure di aiuto alle persone anziane. Pro Senectute offre anche un servizio di consulenza e informazione che risponde a qualsiasi domanda su temi quali le finanze, la situazione personale, la salute, la gestione della vita quotidiana, l’alloggio e l’assistenza. Questo le consente non soltanto d’individuare potenziali aventi diritto alle prestazioni del Fondo, ma anche di aiutarli rapidamente e in modo mirato.

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Spese sociali in calo in Svizzera e in Europa nel 2022

Nel 2022 le spese per le prestazioni sociali in Svizzera hanno raggiunto i 207,8 miliardi di franchi, in calo di 4,2 miliardi di franchi (-2,0%) in termini reali rispetto al 2021. Una diminuzione delle spese sociali è stata registrata anche nella maggior parte dei Paesi europei (mediana: -3,5%). Nel 2020 avevano raggiunto un picco storico nel contesto della pandemia di COVID-19. Questa tendenza si spiega in gran parte con la ripresa economica post-COVID e il rincaro a seguito della guerra in Ucraina. È quanto emerge dagli ultimi risultati dell'Ufficio federale di statistica (UST).

Due effetti principali hanno contribuito al calo delle spese sociali nel 2022 in Svizzera e in Europa: da un lato il prosieguo nel 2022 della ripresa dopo la crisi economica legata alla pandemia di COVID-19, cosa che ha fatto diminuire le spese sociali per la disoccupazione. In Svizzera, le indennità per lavoro ridotto (ILR) e le indennità di perdita di guadagno legate alla COVID-19 sono ritornate ai livelli antecedenti, facendo diminuire le spese sociali per la disoccupazione di 7,4 miliardi di franchi. Dall'altro, la guerra in Ucraina e la situazione di tensione sui mercati dell'energia e dei prodotti alimentari hanno comportato un aumento generale dei prezzi, riducendo il valore reale delle prestazioni sociali erogate alle economie domestiche. L'inflazione è stata particolarmente marcata nei Paesi dell'Europa orientale, con valori a due cifre. Nel 2022, nonostante queste tendenze al ribasso, in Europa le spese sociali sono del 5,5% superiori al livello precedente la pandemia. In Svizzera tale divario era del 6,7%.

Calo delle spese sociali nel settore della salute in Europa

Nel 2022, con la fine della pandemia, nella maggior parte dei Paesi europei le spese sociali nel settore della salute si sono ridotte. È ad esempio stato così in Francia (-0,7%), in Germania (-1,7%) e in Italia (-4,0%). La situazione è diversa in Svizzera, dove le spese per le prestazioni sociali in questo ambito sono aumentate di 2,1 miliardi di franchi, cioè il 3,2% in più rispetto al 2021. Ciò è dovuto in particolare all'aumento delle spese per l'assicurazione malattie obbligatoria e alle assenze dal lavoro per malattia. L'aumento delle prestazioni sociali nell'ambito della salute è stato frenato dalla forte contrazione delle prestazioni legate alle misure di screening e vaccinazione, che sono quasi tornate ai livelli precedenti la pandemia.

Accoglienza dei rifugiati in Europa

Gli afflussi migratori dall'Ucraina e da altre regioni del mondo si riflettono nell'andamento delle spese sociali nelle categorie dell'abitazione e dell'esclusione sociale. Gli aiuti alle persone più svantaggiate, comprese quelle rifugiate, rientrano in quest'ultima categoria. Le spese nei settori dell'abitazione e dell'esclusione sociale sono aumentate notevolmente rispetto al 2021, soprattutto in molti Paesi dell'Europa orientale e meridionale, come la Lettonia (+82,2%), il Portogallo (+59,1%) e la Repubblica Ceca (+46,2%). Anche la Svizzera ha registrato un aumento di queste spese (+4,3% per l'abitazione e +10,5% per l'esclusione sociale). Tuttavia, le spese sociali in questi settori sono rimaste marginali rispetto alle spese totali per le prestazioni sociali (il 3,5% in Svizzera e il 3,0% in Europa, valori mediani).

Elevato livello di prestazioni nelle economie prospere 

Nel 2022, le prestazioni sociali in Europa ammontavano a 14 000 franchi a parità di potere di acquisto (fr. PPA) e pro capite (valore mediano). Nel confronto europeo, il livello delle spese sociali in Svizzera era elevato (23 800 fr. PPA pro capite), simile a quello di altri Paesi economicamente prosperi, come l'Austria (23 600), la Germania (23 000) o la Danimarca (22 500). Le prestazioni sociali della Svizzera si sono attestate al 26,6% del PIL, 3,4 punti percentuali al di sopra della mediana europea (il 23,2% del PIL). In percentuale del PIL, tuttavia, le spese sociali nei Paesi limitrofi sono state superiori a quelle svizzere: in Francia ne rappresentavano il 32,2%, in Austria il 29,7%, in Italia il 29,6% e in Germania il 29,2%.

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Il genere deve essere preso maggiormente in considerazione negli studi e nelle statistiche della Confederazione

Le conoscenze sugli effetti e sulle differenze di genere negli studi e nei dati statistici federali devono essere migliorate. Nella sua seduta del 31 gennaio 2024, il Consiglio federale ha pertanto adottato delle direttive che disciplinano la procedura e i requisiti per la presa in considerazione del genere negli studi e nelle statistiche della Confederazione.

Gli studi della Confederazione non tengono sufficientemente conto della dimensione di genere: è questa la conclusione cui giunge un rapporto commissionato dall'Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo UFU allo studio di consulenza PrivatePublicConsulting. Unitamente a una panoramica elaborata dall'Ufficio federale di statistica sulla presa in considerazione della variabile «sesso» nelle statistiche federali, il rapporto mostra inoltre che le unità responsabili all'interno dell'Amministrazione federale non dispongono degli strumenti necessari per valutare quando e in che modo rilevare questa variabile.

Per colmare le lacune, il Consiglio federale ha adottato delle direttive che entreranno in vigore il 1° marzo 2024 e che disciplinano la presa in considerazione del genere negli studi e nelle statistiche della Confederazione. L'obiettivo è migliorare le conoscenze e la comprensione degli effetti di genere e ottimizzare la rilevazione e il trattamento dei dati statistici disaggregati per sesso. Con queste nuove direttive è adempiuta la mozione Herzog Eva 20.3588 «Migliorare i dati sugli effetti sui due sessi», che incarica il Consiglio federale di garantire che in tutte le principali statistiche e in tutti i principali studi federali i risultati siano differenziati per genere, vale a dire che analizzino e presentino gli effetti che gli oggetti trattati hanno sulle donne e sugli uomini. L'adempimento di questa mozione costituisce inoltre una misura della Strategia Parità 2030.

Per sostenere le unità amministrative nella verifica della rilevanza del genere negli studi e nelle statistiche, l'UFU mette loro a disposizione sul proprio sito Internet uno strumento e domande guida che saranno disponibili dal 23 febbraio 2024.

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Pro Familia Svizzera Italiana ha inaugurato ieri la mostra « Famiglie – esplorando il passato, immaginando il futuro »

IL VERNISSAGE

Il 24 gennaio, presso la Biblioteca Cantonale di Bellinzona, Pro Familia Svizzera Italiana ha inaugurato la sua esposizione fotografica itinerante dal titolo “Famiglie: esplorando il passato, immaginando il futuro. 150 anni di sfide e conquiste tra ruoli, lavoro e conciliabilità”. L'evento, organizzato per celebrare il 30° anniversario dell'Anno Internazionale della Famiglia, segna l'inizio di un viaggio attraverso la storia delle famiglie svizzere che ripercorre 150 anni di sfide e conquiste tra ruoli, lavoro e conciliabilità. La serata è stata impreziosita dall’intervento di ospiti d'onore che hanno contribuito a rendere l'inaugurazione un momento non solo di celebrazione, ma anche di riflessione su temi centrali che riguardano le politiche familiari e la conciliabilità vita-lavoro. Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche Cantonali, ha introdotto la serata, seguito da Michela Trisconi, direttrice di Pro Familia Svizzera Italiana, che ha ripercorso le principali tappe dell’esposizione fotografica impreziosendole con racconti personali per poi accennare alla nascita del DSS e di Pro Familia Svizzera Italiana. Raffaele De Rosa, Presidente del Governo e Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, ha portato i suoi saluti, mentre Renato Bison, Capo Dicastero Educazione, cultura, giovani e socialità della città di Bellinzona ha presentato il lavoro di armonizzazione dei servizi a supporto alla conciliabilità vita-lavoro effettuato dalla città negli scorsi mesi. Philippe Gnaegi, direttore di Pro Familia Svizzera, ha concluso la serie di interventi con una breve presentazione sulla politica familiare su come questa e un approfondimento sulla "conciliazione vita-lavoro".

L’ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA

L’esposizione – concepita da Pro Familia Svizzera – viene presentata per la prima volta in Ticino con una nuova veste grafica dall’antenna di Pro Familia Svizzera Italiana, ed è arricchita da numerose finestre storiche sulla realtà cantonale. Attraverso una selezione di immagini che narrano la storia e l’evoluzione della famiglia nel corso degli anni, i visitatori sono invitati a ripercorrere i vari eventi che hanno influenzato e plasmato la politica familiare svizzera e ticinese dal 1860 ad oggi. Dopo la prima tappa di Bellinzona dal 22 gennaio al 15 marzo, la mostra proseguirà il suo tour a Mendrisio, Lugano, Manno e terminerà a Locarno il 28 novembre 2024. È possibile visitare l’esposizione gratuitamente dal lunedì al sabato durante gli orari di apertura della Biblioteca cantonale di Bellinzona.

LO SCOPO

L’obiettivo della mostra è quello di sensibilizzare la classe politica, le aziende, le istituzioni e l’opinione pubblica su come le politiche familiari, in particolare quelle legate alla conciliabilità vita-lavoro, siano state influenzate dalla storia della società e delle famiglie. È importante prendere coscienza delle sfide future che toccheranno le famiglie e dei condizionamenti che rallentano ancora la conciliabilità vita-lavoro affinché si possano elaborare delle azioni più mirate, sia a livello politico che istituzionale o aziendale. La conciliabilità vita-lavoro, infatti, è aspetto centrale per le famiglie moderne e per il loro benessere. È un tema tanto attuale quanto complesso, che non dipende soltanto dalle misure messe in atto dai datori di lavoro, ma anche dall’organizzazione familiare stessa, dalla disponibilità finanziaria, dalla rete di servizi offerti sul territorio, dal sistema scolastico e dalla politica familiare federale, cantonale e comunale.

I CONTENUTI DELLA MOSTRA
L’esposizione ripercorre i seguenti periodi storici:

L'industrializzazione e il modello di famiglia borghese (1860 -1940)
La fine del 19º e l'inizio del 20º secolo sono caratterizzati da una rapida industrializzazione e da grandi progressi tecnologici. La politica familiare del tempo promuove il modello della famiglia numerosa, composta dal padre che provvede al sostentamento della famiglia e dalla madre che si occupa dei figli e delle faccende domestiche. Si verificano inoltre numerosi cambiamenti sociali ed economici: modifiche della legislazione sul lavoro, calo del tasso di natalità, nascita dello stato sociale, protezione dell'infanzia e introduzione della scuola dell'obbligo.

Consumismo, modello della madre casalinga e sviluppo sociale (1940-1965)
Tra il 1940 e il 1974, la maggior parte dei paesi sviluppati, inclusa la Svizzera, vive un periodo di crescita economica. Lo Stato sociale si consolida con l'introduzione di importanti leggi a che tutelano i cittadini (AVS, Assicurazione contro la Disoccupazione, IPG in caso di servizio militare, Assicurazione Invalidità etc.). La classe media si sviluppa e il potere d'acquisto della popolazione aumenta. Negli anni ’50, grazie alla diffusione dei mass media e della pubblicità in televisione, trionfa anche in Europa il modello della casalinga americana.

La scelta della maternità e nuovi status per donne e bambini (1965-2005)
La fine del 20º secolo è sinonimo di cambiamenti sociali, soprattutto per le donne e i bambini, questo significa che i ruoli familiari e l'organizzazione delle famiglie cambiano. Le donne lottano per il riconoscimento dei loro diritti, che si tratti del diritto di voto e di eleggibilità o del diritto di poter disporre del proprio corpo. Chiedono di avere accesso alle stesse opportunità degli uomini. Anche i bambini ricevono un nuovo status e una migliore protezione grazie a nuove leggi.

Verso nuovi modelli e ruoli familiari (2005-2024)
Questo periodo è caratterizzato da una forte diversificazione dei modelli e dei ruoli familiari. L'introduzione del matrimonio per tutti rimescola quindi le carte del modello familiare del 21º secolo. Anche i diritti dei padri stanno facendo progressi, soprattutto grazie al congedo paternità. Infine, l'invecchiamento della popolazione solleva la questione della solidarietà tra le generazioni e stimola delle rivendicazioni da parte della popolazione più anziana.
Al termine dell’esposizione Pro Familia Svizzera Italiana invita i visitatori a mettersi in gioco grazie ad una postazione che offre interessanti spunti di riflessione sul tema della conciliabilità vita-lavoro.

Un tema centrale per la società moderna, che dipende da innumerevoli fattori - interni ed esterni alla famiglia - interconnessi fra loro.

LE FOTOGRAFIE

La mostra, concepita da Pro Familia Svizzera Italiana, si distingue per la sua natura non convenzionale. Diversamente da una classica esposizione fotografica, la mostra si propone di raccontare una storia coinvolgente, facendo dialogare testi e immagini. L’accurata selezione delle fotografie, non si limita a presentare immagini d’autore, ma cattura autentiche scene di vita quotidiana che permettono ai visitatori di immedesimarsi e sentirsi parte del viaggio nel tempo.

IL CALENDARIO EVENTI

A corollario dell’esposizione, in collaborazione con diverse associazioni del territorio e con gli enti ospitanti, Pro Familia Svizzera italiana propone una serie di eventi aperti al pubblico che toccano svariati temi legati alla famiglia. Eventi in programma a Bellinzona:

  • 1° febbraio, ore 20:00 | Conferenza “ChatGPT: un possibile intruso all’interno della famiglia?” organizzata dal Servizio giovani e famiglie della Città di Bellinzona in collaborazione con le Assemblee dei Genitori delle scuole medie di: Bellinzona, Castione, Giubiasco, Lodrino.
    3 febbraio, ore 11:00 | Tavola rotonda “Il cerchio delle donne” organizzato da Mamme per Amiche Ticino. Si tratta di un gruppo di auto aiuto per donne e mamme che vogliono sentirsi accolte e condividere delle esperienze legate alla genitorialità ma non solo.
  • 7 febbraio, dalle 15:00 alle 17:00 | Conferenza “Intrecci familiari e nuove famiglie” organizzata dall’Associazione Il Ponte. L’incontro interattivo vuole sensibilizzare le famiglie adottive, affidatarie o ricomposte sull’importanza della costruzione del legame affettivo con i figli. In parallelo verrà proposto un laboratorio per bambini (dai 5 ai 9 anni) sul tema accoglienza e legami.
  • 1° marzo, dalle 09:00 alle 15:00 | Conferenza e workshop “Formare i genitori. Perché e come?” organizzato da Forum Genitorialità e Formazione dei Genitori CH (c/o SCC). Le associazioni, gli enti ed i partecipanti potranno scambiarsi le esperienze, approfondire i temi ed ampliare la rete di contatti tramite World-Café
  • 7 marzo, ore 17:30 | Conferenza “Lavoro, famiglia e tempo libero: sono davvero inconciliabili?” organizzato da Centro Ergoterapia Pediatrica CEP. In parallelo verrà proposto il laboratorio per bambini “Pari o dispari!” che propone attività divertenti sui temi delle pari opportunità, la parità salariale e la ripartizione equa dei compiti domestici.
  • 9 marzo, ore 10:00 | Caffè narrativo “Famiglia e emigrazione” organizzato da Associazione Rete caffè narrativi. L’incontro vuole promuovere uno scambio di esperienze arricchente che rafforza la reciproca comprensione, l’autostima e contribuisce a creare un senso di comunità.

Questi eventi offriranno un'occasione unica per esplorare ulteriormente i temi trattati dalla mostra e per coinvolgere attivamente la popolazione nelle riflessioni sulla famiglia e sul suo ruolo nella società moderna.

Per maggiori informazioni sulla mostra e sugli eventi: www.storiadellefamiglie.ch

Comunicato stampa di Pro Familia Svizzera Italiana del 25.01.2024

Il Consiglio federale approva la reintroduzione del doppio cognome

In futuro, i coniugi dovranno avere di nuovo la possibilità di portare il doppio cognome. Nel parere del 24 gennaio 2024 il Consiglio federale approva la relativa proposta della Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAG-N). Anche i figli potranno ora assumere un doppio cognome a prescindere dal fatto che i genitori siano sposati.

Dal 2013 i coniugi devono decidere, al momento del matrimonio, se mantenere il proprio cognome o scegliere un cognome coniugale. Il doppio cognome non è più consentito. Vi è solo la possibilità di optare per un cognome di affinità non ufficiale. I figli possono assumere il cognome coniugale o il cognome di uno dei due genitori, scelto come cognome dei figli al momento del matrimonio. I figli di coppie non sposate portano il cognome di uno dei genitori. Secondo il diritto vigente, per una coppia sposata non è quindi possibile esprimere il suo legame tramite il cognome, senza che uno dei coniugi rinunci al cognome attuale. Inoltre, solo i genitori sposati possono evidenziare verso l'esterno mediante il cognome il legame che li unisce ai propri figli.

Semplificazione del diritto del cognome

La realtà sociale mostra che spesso i coniugi vorrebbero mantenere il proprio cognome. Allo stesso tempo è frequente il desiderio di poter rendere visibile mediante il cognome il legame tra i coniugi e i loro figli. Per questo motivo la CAG-N propone che le coppie sposate possano tornare ad avere un doppio cognome composto dai cognomi di entrambi i coniugi, con o senza trattino. È inoltre previsto che anche i figli possano assumere il doppio cognome, a prescindere dal fatto che i loro genitori siano sposati o che mantengano il cognome attuale. Nel parere del 24 gennaio 2024, il Consiglio federale approva il relativo progetto della CAG-N, suggerendo tuttavia di semplificare le nuove disposizioni di legge e di esaminare al contempo nuove possibilità per la composizione del cognome, lasciando ad esempio decidere a ciascun coniuge l'ordine dei cognomi nel doppio cognome.

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Violenza all’interno della coppia genitoriale: migliorare la protezione dei bambini

Un nuovo studio commissionato dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU) e dalla Conferenza svizzera contro la violenza domestica (CSVD) illustra la situazione dei bambini esposti alla violenza nella coppia genitoriale. Raccomandazioni concrete mostrano come colmare le lacune nelle offerte di sostegno e migliorare la protezione dei minori interessati in Svizzera.

Ogni anno, in Svizzera, circa 27 000 bambini sono esposti alla violenza esercitata all'interno della coppia genitoriale, vivendo in un clima di costante paura. Una condizione, questa, che si ripercuote negativamente non soltanto sulla loro salute fisica e psichica, ma anche sulle loro prestazioni scolastiche e sullo sviluppo sociale. Il nuovo studio «Offerte di sostegno e misure di protezione per bambini esposti alla violenza nella coppia genitoriale», condotto dalla Scuola universitaria professionale di Lucerna, dall'Università di Friburgo e dalla Scuola universitaria professionale e scuola specializzata di lavoro sociale del Vallese, traccia un quadro della situazione e formula raccomandazioni per migliorare la condizione dei minori interessati da questo problema in Svizzera. Il rapporto con i risultati è pubblicato dall'UFU e dalla CSVD.

Dal quadro della situazione emerge un potenziale di miglioramento

Lo studio rileva che, sebbene in Svizzera siano disponibili diverse offerte di sostegno specifiche per la protezione dell'infanzia e l'assistenza psicosociale, le persone interessate non vi hanno accesso in tutti i Cantoni. La collaborazione fra i diversi attori e i processi non sono standardizzati e i finanziamenti variano da Cantone a Cantone. Dallo studio emerge inoltre che la violenza esercitata all'interno della coppia genitoriale viene indagata soltanto in parte e non sistematicamente nelle procedure di separazione, nelle procedure a tutela dell'unione coniugale e in quelle di divorzio. Ne consegue che, di norma, è concesso l'affidamento parentale congiunto anche se vi sono indizi di violenza. Lo studio, infine, identifica un potenziale di miglioramento nella collaborazione tra autorità di protezione dei minori e degli adulti e tribunali civili.

Consentire l'accesso alle offerte e sensibilizzare i pertinenti gruppi professionali

Sulla base dei risultati dello studio, i ricercatori hanno formulato 18 standard e riportato dieci esempi di buone pratiche che mostrano come sia possibile organizzare una presa di contatto tempestiva e fornire sostegno psicosociale ai bambini esposti alla violenza nella coppia genitoriale. Gli esempi dovranno fungere da base per lo sviluppo di corrispondenti offerte nei Cantoni. Lo studio sottolinea anche la necessità di proporre corsi di formazione e formazione continua sugli effetti dell'esposizione alla violenza nella coppia genitoriale destinati ai pertinenti gruppi professionali, ad esempio a giudici, avvocati e rappresentanti delle autorità. Occorre inoltre introdurre linee guida su come indagare sistematicamente, nelle procedure di separazione e di divorzio, la violenza nella coppia genitoriale e migliorare la collaborazione tra le istituzioni.

Portare avanti con costanza l'impegno contro la violenza

Il Consiglio federale sottolinea e ribadisce che tutte le forme di violenza sono incompatibili con il bene del minore: prevenire e combattere la violenza domestica e la violenza nei confronti delle donne è quindi prioritario. Il presente studio costituisce una delle misure del Piano d'azione nazionale per l'attuazione della Convenzione di Istanbul (PAN CI), adottato dal Consiglio federale nel 2022. Il PAN CI comprende 44 misure concrete di Confederazione, Cantoni e Comuni finalizzate a ridurre la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica e a incrementare la sicurezza personale della popolazione.

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