Temi LGBTI: dal 2024 nel mandato dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo

Dal 2024, la parità di diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) rientrerà tra i temi che fanno parte del mandato dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU). A tal fine verranno creati due nuovi posti di lavoro. Il Consiglio federale ne è stato informato il 25 gennaio 2023.

L’uguaglianza giuridica delle persone LGBTI in Svizzera è migliorata a seguito dell’estensione della norma penale contro la discriminazione razziale, delle semplificazioni procedurali per la modifica del sesso nel registro dello stato civile e dell’introduzione del matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Ciò nonostante, le persone LGBTI continuano a subire svantaggi in numerosi ambiti della vita. La Svizzera si adopera in favore della lotta contro le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, attuando così gli impegni assunti nel quadro della politica nazionale ed estera per il rafforzamento dei diritti umani.

Nell’Amministrazione federale manca attualmente un’unità organizzativa che si occupi in modo specifico delle questioni LGBTI, finora trattate singolarmente da diversi servizi federali nell’ambito delle loro competenze. Come ad esempio dall'Ufficio federale di giustizia per le questioni relative alla protezione dalla discriminazione o al matrimonio per tutti o dall’Ufficio federale della sanità pubblica per le questioni relative alla situazione sanitaria o alla salute sessuale. Sulla base di quanto richiesto da più interventi parlamentari, il Consiglio federale ha esaminato le possibilità e le modalità per conferire all’Amministrazione federale un ruolo di coordinamento per i temi LGBTI. L’esame delle possibili soluzioni è stato affidato al Dipartimento federale dell’interno (DFI) che, in via conclusiva, ha ritenuto l’UFU l’unità organizzativa più idonea per questo ruolo. L’UFU, infatti, promuove la parità di genere in tutti gli ambiti della vita e si adopera per eliminare qualsiasi forma di discriminazione diretta o indiretta. Appare quindi opportuno, come emerso dall’esame, conferirgli il coordinamento dei temi LGBTI.
Anche se il suo mandato principale rimane incentrato sulla promozione dell’uguaglianza di genere nella vita lavorativa e sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, nel suo nuovo ruolo l’UFU sarà chiamato a rispondere a specifici incarichi parlamentari e a disciplinare la collaborazione con i servizi federali che si occupano, e continueranno a farlo anche in futuro, di questioni LGBTI. Curerà inoltre i contatti con i Cantoni e i Comuni già attivi in quest’ambito e promuoverà il dialogo con organizzazioni specializzate e non governative. Un compito importante, infine, sarà quello di elaborare il piano d’azione nazionale contro i crimini di odio anti-LGBTQ, in adempimento del postulato Barrile 20.3820. A tal fine saranno creati due nuovi posti di lavoro all’UFU che verranno compensati internamente nel DFI.

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Maggior riconoscimento dei familiari assistenti a livello federale

Quasi tutti a un certo punto della propria vita assistono un familiare per un de-terminato periodo di tempo. Due terzi lo fanno in età lavorativa. Un quarto di loro deve ridurre il proprio grado d’occupazione per questo motivo. Tranne poche eccezioni, i familiari assistenti non godono di alcun riconoscimento, né finanzia-rio né sociale. Questa situazione potrebbe essere migliorata per tutti gli interes-sati adottando semplici misure a livello federale. Il policy brief n. 5, redatto da Valérie Borioli Sandoz, membro della Commissione federale per le questioni familiari COFF, mostra le difficoltà esistenti in Svizzera e formula proposte di miglioramento.

La fornitura, perlopiù gratuita, di prestazioni di aiuto a parenti o amici con cui si ha un legame affettivo può avere ampie ripercussioni su salute, carriera professionale, reddito e previdenza per la vecchiaia dei familiari assistenti. Tra le misure per sgrava-re e riconoscere le prestazioni di assistenza e cura fornite da queste persone vanno menzionate in primo luogo le offerte di sgravio (assistenza durante le vacanze, aiuto rapido in situazioni di emergenza, consulenza specialistica e dialogo, servizi di tra-sporto ecc.), un sostegno in caso di ripresa della carriera lavorativa, tenendo conto delle competenze acquisite nel periodo in cui si è fornita assistenza, e una conces-sione più generosa degli accrediti per compiti assistenziali nell’AVS. Inoltre, una de-finizione e un riconoscimento uniformi di queste persone, per esempio mediante una tessera di emergenza come quella rilasciata dai Cantoni di Ginevra e Vaud, semplificherebbero ai familiari assistenti la collaborazione con le istituzioni sanitarie e sociali e con le amministrazioni comunali.

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Proroga del programma d’incentivazione per la promozione della custodia di bambini complementare alla famiglia fino alla fine del 2024

Il programma d’incentivazione della Confederazione teso a promuovere la custodia di bambini complementare alla famiglia dovrebbe essere sostituito definitivamente da una nuova legge, attualmente in fase di elaborazione in Parlamento. In attesa della sua entrata in vigore, il 30 settembre 2022 il Parlamento ha deciso di prorogare il programma d’incentivazione fino alla fine del 2024. Nella sua seduta del 16 dicembre 2022, il Consiglio federale ha fissato al 1° febbraio 2023 l’entrata in vigore della modifica della legge federale sugli aiuti finanziari per la custodia di bambini complementare alla famiglia e ha adottato le necessarie modifiche di ordinanza.

Gli aiuti finanziari per la custodia di bambini complementare alla famiglia, finalizzati a sostenere l’istituzione di nuovi posti di custodia, sono un programma d’incentivazione temporaneo che dovrebbe scadere il 31 gennaio 2023. Il 30 giugno 2023 scadranno inoltre i due strumenti supplementari introdotti nel 2018 nella della legge federale sugli aiuti finanziari per la custodia di bambini complementare alla famiglia (LACust), ovvero gli aiuti finanziari per l’aumento dei sussidi cantonali e comunali destinati a ridurre i costi di custodia a carico dei genitori e quelli per progetti volti ad adeguare maggiormente ai bisogni dei genitori l’offerta di servizi per la custodia di bambini complementare alla famiglia.

Il 18 febbraio 2021 la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) ha depositato un’iniziativa parlamentare (21.403) che prevede di sostituire il finanziamento iniziale con una soluzione moderna. Poiché l’elaborazione della nuova legge non sarà conclusa prima della scadenza di quella vigente, il 27 gennaio 2022 la CSEC-N ha depositato un’altra iniziativa parlamentare (22.403), con la quale chiede una proroga dei contributi federali in materia di custodia di bambini complementare alla famiglia fino all’entrata in vigore della nuova legge, oppure al più tardi fino al 31 dicembre 2024. Tesa a evitare che sorgano lacune nelle misure di promozione della Confederazione, questa proroga permetterà di garantirne la continuità e non richiederà alcun credito supplementare, dato che i due crediti d’impegno in corso saranno sufficienti per coprire gli aiuti finanziari fino al dicembre del 2024.

In virtù della LACust, in vigore dal 1° febbraio 2003, la Confederazione promuove l’istituzione di posti di custodia per i bambini al fine di permettere ai genitori di conciliare meglio la famiglia e il lavoro o la formazione. Fino al 1° febbraio 2022 la Confederazione aveva contribuito all’istituzione di 68 490 posti di custodia. Ad oggi vi ha partecipato con un importo complessivo pari a 430 milioni di franchi. Per i due strumenti supplementari introdotti dal 1° luglio 2018 sono già state presentate domande di aiuti finanziari per 147,3 milioni di franchi.

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Disturbi psichici in età giovanile nel 2020 e 2021

Tra il 2020 e il 2021, le ospedalizzazioni per disturbi psichici e comportamentali sono aumentate del 26% per le ragazze e le giovani donne tra i 10 e i 24 anni e del 6% per i coetanei di sesso maschile. Per la prima volta, i disturbi psichici hanno costituito la causa principale delle ospedalizzazioni delle persone tra i 10 e i 24 anni (19 532 casi), davanti alle ferite (19 243 casi). Nella stessa fascia di età, le ospedalizzazioni per tentativo di suicidio sono aumentate del 26%. Le prestazioni psichiatriche ambulatoriali in ospedale fornite a queste persone hanno registrato un aumento del 19% tra questi due anni. 

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Il Consiglio federale rafforza la Carta per la parità salariale con misure mirate

Sottoscrivendo la Carta per la parità salariale nel settore pubblico, i cantoni, i comuni, le aziende parastatali e le aziende con un mandato pubblico si impegnano a promuovere attivamente la parità salariale negli ambiti di loro competenza. Nella sua seduta del 9 dicembre 2022, il Consiglio federale ha adottato il rapporto sulla strategia per rafforzare la Carta per la parità salariale, in adempimento di un postulato della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N). Con un catalogo di 18 misure intende sfruttarne meglio il potenziale.

In Svizzera i datori di lavoro sono tenuti a rispettare il principio della parità salariale. Come sancito nella Costituzione federale da oltre 40 anni, donne e uomini hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore. Tuttavia, stando ai risultati della più recente rilevazione della struttura dei salari (RSS 2020) dell’Ufficio federale di statistica, il divario salariale non spiegabile tra i sessi è in media del 7,8 per cento (RSS 2018: 8,1 %). In altre parole, ogni mese le donne guadagnano 717 franchi in meno rispetto agli uomini. Con un tasso del 7,0 per cento, il divario salariale non spiegabile è leggermente inferiore nel settore pubblico.

Crescente dinamismo, ma con margini di miglioramento

Gli enti pubblici devono avere un ruolo esemplare nella promozione della parità salariale. A tal fine, nel 2016 è stata varata la Carta per la parità salariale nel settore pubblico. Firmandola, le autorità e le aziende parastatali confermano il loro impegno per l’eliminazione delle disparità salariali tra donna e uomo, come datori di lavoro, committenti pubblici o enti che erogano sussidi. Finora è stata sottoscritta da 17 cantoni, da 128 comuni e dalla Confederazione, così come da 93 aziende parastatali e organizzazioni.

Con l’accoglimento del postulato CSEC-N 20.4263 «Strategia per rafforzare la Carta per la parità salariale», il Consiglio federale è stato incaricato, tra l’altro, di esaminare in un rapporto con quale strategia possa essere rafforzata ulteriormente l’attuazione della Carta. Nel rapporto che ha appena adottato, il Governo rileva un crescente dinamismo in relazione al tema della parità salariale, in particolare sulla scia della revisione della legge federale sulla parità dei sessi che, dal 2020, impone ai datori di lavoro con un organico di 100 o più dipendenti di eseguire un’analisi della parità salariale all’interno dell’azienda. Tra gli effetti positivi della revisione si constata, ad esempio, che cantoni, comuni e aziende parastatali hanno messo in campo una serie di misure esemplari per promuovere la parità salariale. Restano tuttavia margini di miglioramento nel numero di comuni e aziende parastatali che potrebbero sottoscrivere la Carta e nell’attuazione di misure concrete da parte dei firmatari.

Un catalogo di 18 misure per una maggiore parità salariale

Per rafforzare la Carta sulla parità salariale, il Consiglio federale intende adottare 18 misure, tra cui quelle elencate nel seguito (il catalogo completo è riportato nel rapporto):

  • Nello strumento di analisi della parità salariale della Confederazione (Logib) è attualmente applicata una soglia di tolleranza del 5 per cento: il Consiglio federale intende valutare se non debba essere modificata.
  • Il monitoraggio dell’attuazione della Carta deve essere migliorato: il Consiglio federale intende perciò introdurre una piattaforma pubblica che permetta di seguire con regolarità l’andamento della situazione.
  • Confederazione, cantoni e comuni sono invitati a collaborare maggiormente nel settore della parità salariale: per sostenerli, il Consiglio federale prevede di istituire un’apposita commissione composta di membri dei tre livelli istituzionali incaricata di coordinare le misure e garantire lo scambio di informazioni.

L’adempimento del postulato CSEC-N 20.4263 costituisce inoltre una delle misure prioritarie della Strategia Parità 2030, adottata nel 2021.

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