Il Consiglio federale vuole stabilizzare e modernizzare l’AVS

La riforma per stabilizzare e modernizzare l’AVS sta prendendo forma. Nella sua seduta del 14 maggio 2025 il Consiglio federale ha definito i primi indirizzi generali del progetto AVS2030. A causa dell’invecchiamento della popolazione e del progressivo pensionamento della generazione del baby boom, le uscite dell’AVS aumenteranno notevolmente nei prossimi dieci anni. Il Consiglio federale intende contenere questo incremento aumentando le entrate dell’AVS mediante le fonti di finanziamento esistenti e adeguare l’assicurazione agli sviluppi sociali ed economici promuovendo il proseguimento dell’attività lucrativa oltre l’età di riferimento.

Durante il ritiro del 7 marzo 2025, il Consiglio federale ha svolto una prima discussione sulla prossima riforma dell’AVS (AVS2030). Nonostante le riforme già intraprese, l’evoluzione demografica continua a costituire una sfida per le finanze dell’assicurazione. Per il Consiglio federale è fondamentale sviluppare un progetto che tenga conto dell’evoluzione della società a breve, medio e lungo termine. La mozione della CSSS-N 21.3462 Mandato per la prossima riforma dell’AVS incarica il Consiglio federale di sottoporre al Parlamento entro il 31 dicembre 2026 un progetto di stabilizzazione dell’AVS per il periodo 2030–2040. Affinché la prossima riforma possa produrre i suoi effetti entro questo termine, nella sua seduta del 14 maggio 2025 il Consiglio federale ha definito i seguenti obiettivi e indirizzi generali per il progetto AVS2030: stabilizzare e modernizzare l’AVS, garantire il livello delle rendite, ripartire in modo solidale i costi dell’evoluzione demografica e rendere più attraente il lavoro oltre l’età di riferimento.

Nei prossimi anni, le ultime persone nate durante il baby boom raggiungeranno l’età di riferimento. Attualmente, quasi 2,5 milioni di persone percepiscono una rendita AVS. Si stima che nel 2030 saranno 2,8 milioni e nel 2035 3 milioni. Allo stesso tempo, la crescita della popolazione attiva rimane modesta. Il rapporto tra attivi e pensionati continuerà a ridursi. Sebbene negli ultimi decenni siano aumentati a causa dell’incremento della massa salariale, i contributi AVS non saranno sufficienti a compensare la crescita delle uscite dell’assicurazione dovuta alla demografia.

Il fabbisogno finanziario dell’AVS varierà in funzione di diversi fattori, in particolare del momento dell’introduzione di un finanziamento supplementare della 13a rendita di vecchiaia, ma anche di diversi progetti legislativi in corso (rendite per superstiti, iniziativa del Centro che chiede rendite AVS eque per i coniugi). Se non verranno adottate misure, secondo le stime attuali, basate sul conto d’esercizio 2023, l’AVS dovrebbe registrare un deficit di ripartizione di circa 2,5 miliardi di franchi nel 2030 e di 5,7 miliardi di franchi nel 2040. Se il Parlamento e il Popolo accetteranno il finanziamento della 13a rendita AVS proposto dal Consiglio federale, si stima che il fabbisogno finanziario annuo scenderà a circa 500 milioni di franchi nel 2030 e a 4 miliardi di franchi nel 2040.

Per garantire il finanziamento dell’AVS per il periodo 2030–2040, il Consiglio federale intende aumentare le entrate dell’assicurazione mediante le fonti di finanziamento esistenti. Ha pertanto incaricato il Dipartimento federale dell’interno (DFI) di esaminare diverse misure, con la possibilità di limitarle nel tempo, per coprire il periodo critico durante il quale la pressione della generazione del baby boom sulle finanze dell’AVS raggiungerà il suo culmine. L’Esecutivo auspica inoltre l’esame di un meccanismo d’intervento per i casi in cui la situazione finanziaria dell’AVS peggiori e le decisioni politiche non siano prese per tempo. Intende anche promuovere il proseguimento dell’attività lucrativa oltre l’età di riferimento. A tal fine, sta considerando di abolire l’età massima AVS di 70 anni, aumentare la franchigia applicata al reddito soggetto a contribuzione e rendere meno attraente il pensionamento anticipato. Queste misure permetterebbero di soddisfare il fabbisogno di manodopera dell’economia e di favorire l’occupazione.

Per adeguare l’AVS all’evoluzione della società verranno analizzate misure concernenti le prestazioni e i contributi. Ad esempio, gli accrediti per compiti educativi o assistenziali potrebbero essere assegnati individualmente e si potrebbe lottare contro gli abusi legati ai dividendi non soggetti a contribuzione. Il Consiglio federale ha anche incaricato il DFI di esaminare come promuovere la digitalizzazione e migliorare la base di dati per le future riforme. Valuterà le diverse proposte prima di decidere quali includere nella riforma. Le linee direttrici della riforma AVS2030 saranno presentate nell’autunno del 2025 e poste in consultazione fino all’inizio del 2026.

Nessun aumento immediato dell’età di riferimento, ma discussione nel quadro della successiva riforma

Il Consiglio federale non prevede di innalzare l’età di riferimento nel quadro della riforma AVS2030. Nel 2024 il Popolo si era espresso chiaramente contro una tale misura. Inoltre, un innalzamento generale dell’età di riferimento richiederebbe un lungo periodo di transizione e misure compensative, cosicché non inciderebbe sulle finanze dell’AVS in tempi sufficientemente rapidi per garantire il finanziamento dell’assicurazione nella fase critica. Tuttavia, il Consiglio federale rifletterà ulteriormente per determinare a quali condizioni un aumento dell’età di riferimento possa essere preso in considerazione e se si possa rendere la previdenza indipendente dallo stato civile. Prevede di discutere tali questioni nel quadro della successiva riforma e sulla base di dati documentati. Rinuncia inoltre a introdurre nuove fonti di finanziamento, come una tassa sulle transazioni finanziarie o un’imposta sulle successioni o sugli utili da sostanza immobiliare, e intende concentrarsi sulle fonti di finanziamento esistenti.

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